La Capitana e la baia maledetta

La Capitana era una donna dalla bellezza non comune, dalla quale, secondo una leggenda, ha ereditato il nome la baia di Quartu S. Elena, denominata anche il golfo maledetto, in quanto, perdeva la vita che ci andava alla ricerca di un tesoro nascosto.
Il periodo storico è la metà del 1500 e in quel luogo sorgeva un villaggio, che si sostentava con la pastorizia e con la pesca.
La Capitana, forte ed affidabile, rispettata come una sovrana, aveva il pieno controllo sociale ed economico del piccolo agglomerato urbano.
I pirati, all’epoca, erano soliti saccheggiare le terre sulle quali approdavano, per poi ritornare in mare.
Il golfo sardo non fu risparmiato e la bellissima donna, sottratta al suo popolo, fatta prigioniera.
Le sue qualità, non solo fisiche, le risparmiarono la schiavitù, concedendole la possibilità di andare in sposa al Capitano della nave, innamoratosi perdutamente di lei.
Il loro legame, nel tempo, divenne talmente sincero e profondo da resistere ai lunghi periodi di distacco, durante i quali l’uomo si spostava alla ricerca di luoghi da “ripulire”.
Tutti i suoi averi, oro, monete, preziosi, oggetti di culto ecc., accumulati durante le razzie, racchiusi in un forziere, vennero sepolti nel paese, pare, protetti da una enorme “musca macedda”, una mosca di dimensioni tali da possedere la forza per uccidere un uomo.
La sorte, fino ad allora benevola, gli voltò le spalle all’improvviso, durante una tempesta notturna, tanto violenta da far colare a picco il veliero.
Il suo ultimo pensiero andò all’amata, che lo aveva sempre atteso sugli scogli e che avrebbe finito per farlo invano.
Nelle notti burrascose, quando le acque s’infrangono con violenza sulle rocce, il vento trasporta ancora il pianto dell’anima della ragazza che continua ad aspettarlo.
Serena notte …
– Carla –

All’Uomo “sconosciuto”

– Se mai arriverai, anche ad un passo dall’ultimo tramonto, per non lasciarmi andare via senza un “NOI”, che dondola dal soffitto dell’anima, cantami questa canzone …

Nell’oscurità,
nella luce del giorno,
nel silenzio perfetto mentre piove a dirotto,
sul livello del mare, sopra il tetto del mondo,
anni luce distanti o distanti un secondo.
E così all’infinito,
perdendone il conto.
Mantieni il bacio oltre l’errore del tempo,
fanne qualcosa di eterno,
non lasciarne cadere neanche un solo frammento,
come polvere sul pavimento.
Non staccare le labbra neanche solo un secondo
e non farti distrarre dal rumore di fondo,
perché alla fine ogni volta è l’amore che ci salva
dalla ferita del mondo.
E senti solo il cuore
e il male non esiste più
e non c’è più dolore,
soltanto io, soltanto tu.
Questo silenzio sa di mille parole
e io starei qui ad ascoltarti per ore,
per anni o un solo secondo,
e se tu mi guardi
me ne rendo conto,
che alla fine ogni volta
è solo l’amore che ci salva
dalla ferita del mondo.
Proteggilo fino alle radici,
dai passi indecisi e temporali improvvisi,
dai momenti di crisi e le battute infelici,
da quelle persone che si fingono amici,
dall’invidia degli altri, dai giudizi ignoranti,
dalle schegge impazzite che arrivano
da tutte le parti.
Mantieni il bacio oltre l’errore del tempo,
Fanne qualcosa di eterno,
Non lasciarne cadere neanche un solo frammento,
come polvere sul pavimento.
Non staccare le labbra neanche solo un secondo
e non farti distrarre dal rumore di fondo
perché alla fine ogni volta è l’amore che ci salva
dalla ferita del mondo.
E senti solo il cuore
e il male non esiste più
e non c’è più dolore,
soltanto io soltanto tu.
Questo silenzio sa di mille parole
e io starei qui ad ascoltarti per ore,
per anni o un solo secondo
e se tu mi guardi
me ne rendo conto,
che alla fine ogni volta
è solo l’amore che ci salva
dalla ferita del mondo.
E dal ripetersi dei giorni
che non valgono un ricordo.
Mantieni il bacio e non lasciarlo,
neanche per un secondo,
e più io resto qui a guardarti,
più me ne rendo conto
è solo l’amore che ci salva
dalla ferita del mondo.
(- Mantieni il bacio – Michele Bravi da – La Geografia del buio – 29 gennaio 2021)

Non ti chiederò una perfetta intonazione, ma solo il talento per cantarla con le corde vocali del cuore.
Dai miei occhi scivoleranno le parole che non so più pronunciare: “Ho riscoperto l’Amore” –
Buona cena …
– Carla –

Il tuo turno?

La campagna vaccinazioni accoglie, ogni giorno, nuove regole …
Avete una pallida idea del “vostro” tempo di attesa?
Ho cancolato il “mio”, secondo due criteri, e il risultato mi porta a ridere per non piangere!

  1. Secondo il Piano Nazionale: tra il 5/11/2021 e il 14/4/ 2022
  2. Secondo l’andamento degli ultimi 7 gg: tra il 28/2/2023 e il 4/6/2024

Volete provare?

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Serena notte …
– Carla –

Se cerchi l’amore stai …

Trovare la persona “giusta” non è facile, soprattutto da adulti, quando gli addominali e il lato B di Belen diventano meno importanti di un bel bouquet di “Neuroni, Empatia e Progettualità”.
Se cerchiamo l’amore, quello da scrivere a lettere cubitali sulla lavagna del cielo, OSSERVIAMO e NON DIMENTICHIAMO, ANALIZZIAMO e TRAIAMO LE CONCLUSIONI.
Una persona “mediocre” non saprà mai coltivare nulla nel giardino della nostra anima, saprà saccheggiarla, col sorriso, e ridurci ad un fiume in secca, senza che nemmeno ce ne rendiamo conto.
Come riconoscere una “idrovora umana”?
Scoprendo come vive i rapporti interpersonali, perché, teniamolo a mente, quel che combina agli altri, prima o poi, lo farà anche a noi.
Una persona che non s’interessa della sua famiglia d’origine e pone al primo posto, solo e sempre, le sue esigenze, in primis quelle futili, pensate possa mettere noi al centro del suo mondo?
Non saremo MAI una priorità, dovremo adeguarci alle attese e sperare ci ritagli uno spazio.
In quel caso saremo un “suo” bisogno da soddisfare … punto!
Gli amici sono solo tappa buchi per i momenti di noia?
Fantocci da posto sedia al ristorante o pizzeria, abbatti figura da sfigato che va in solitudine al cinema?
Già … abiti urticanti se sganciano mezza rognetta da risolvere!
Pensate sarà diverso con noi, in caso di sorrisi frizzati e angoli della bocca da risollevare?
No!
I suoi problemi dovranno essere i nostri e i nostri solo nostri, perché ammorbano!
Se dei colleghi parlerà sempre come di muschi e licheni, incapaci di rendere al suo pari e cerebralmente inferiori, userà unità di misura diverse con noi?
Risposta negativa!
Al minimo “intoppo” verrà sottolineata la nostra demenza ed emergerà l’indole ad elevarsi, montando sulla nostra povera testa.
Un soggettino che non ama gli animali e che non ha remore a cedere il proprio “amico”, raccontandosi fiabe improbabili, che giustificano il bene di chi gli ha regalato solo amore, credete, veramente, abbia un cuore?
Sbagliato!
Diventeremo cane, gatto, tartaruga, pappagallo, coniglio, roditore e quel che vi pare, da “piazzare” per eliminare una zavorra che limita la libertà del vero animale.
Le scelte migliori sono, ovviamente, le sue e apparirà superfluo chiedere il nostro parere?
Ovvio, non penserà nemmeno per un istante di amalgamarsi in un universo diverso da suo, o noi nel suo o lo scontro.
Se cerchi l’amore stai attento/a a ciò che fa, col resto del mondo, chi decidi di metterti accanto, non ti lesinerà la stessa sorte!
Serena notte … a domani, per leggervi con tutta calma.
– Carla –

Buon San Faustino

Se ieri, con la leggenda Sioux, ho voluto fare gli auguri a tutti gli innamorati, protetti da San Valentino, oggi, mi rivolgo a tutte le persone come me, sentimentalmente “libere” … – Buon San Faustino –
Chi era questo Santo e cosa lo lega ai cuori solitari?
Torniamo indietro …
Siamo a Brescia nel II secolo D.C. e Faustino e Giovita (oggi Patroni della Diocesi cittadina) sono due fratelli di nobili origini che, per scelta personale, hanno intrapreso la carriera militare.
Tra il 120 e il 134 D.C. nella loro vita si affaccia il Signore, che li porta ad una profonda conversione, sancita con il Battesimo, celebrato dal Vescovo Apollonio.
L’Imperatore Adriano, contrariato, ordina che diventino cibo per le tigri del circo, ma le belve, invece di attaccarli, si stendono ai loro piedi, come affettuosi animali domestici.
Adriano, sempre più collerico, decide che debbano essere scorticati vivi e poi messi al rogo, che la loro cocciutaggine gli insignisca del titolo di martiri cristiani.
Il fuoco divampa ma ai due ragazzi non brucia nemmeno un lembo di stoffa.
Meritano la prigionia, nelle carceri di Milano, e di vivere sopportando le più atroci delle torture, pensa l’Imperatore, per poi essere condotti a Roma e serviti alle fiere da combattimento al Colosseo.
La Fede pare assisterli e, anche questa volta, il tentativo di stroncare le loro vite, non va a buon fine.
I due giovani, senza far nulla, sono motivo di un crescendo di conversioni, portano Dio tra la gente e ne fanno conoscere la grandezza.
Finiscono a Napoli dove, a bordo di una ridicola barchetta, vengono affidati al mare che, invece di tradirli, li riconduce sulla terra ferma.
Il loro Signore non può salvarli all’infinito, non dalla decapitazione, condanna che viene eseguita il 15 febbraio, nella loro città natale.
Faustino e la figura dell’anima single?
Le ipotesi sono tre.
– Valentino e Faustino suonavano in rima e pareva giusto festeggiare l’amore per chi lo aveva e augurarlo  a chi lo attendeva.
– Il nome Faustino deriva da Faustus, ovvero propizio, nulla di più bello che augurare la fortuna a chi la felicità la deve ancora trovare.
– In vita, si ritiene che il Santo aiutasse le donne a conoscere uomini in grado di donare la felicità sentimentale.
Valentino, quando si libera un posto, ricordati di chi ti chiama!!!
Serena notte …
– Carla –

Leggenda d’Amore Sioux

Due giovani Sioux, Toro Bravo e Nube Azzurra, consci di essere uniti da un Amore cristallino e profondo, decisero di affidarsi ai preziosi suggerimenti del Saggio della loro tribù, desiderosi di preservare questo sentimento da qualsiasi evento in grado di minacciarlo e sgretolarlo.
Il loro progetto era quello di unirsi in matrimonio e di tener fede a quella promessa per sempre, per scelta e non per costrizione, per rispettare un impegno.
Il vecchio, ben contento di aiutarli, suggerì loro di affrontare una prova.
Alla ragazza ordinò di salire fino in cima alla montagna che si trovava a nord del villaggio e, con l’uso della sola rete, senza usare nessuna forma di violenza, di catturare il Falco più forte e di portarlo da lui, il terzo giorno dopo la luna nuova.
Al ragazzo ordinò di salire sulla montagna del tuono e, con gli stessi mezzi e la stessa accortezza, di catturare l’Aquila più forte per poi portargliela lo stesso giorno.
Toro e Nube si salutarono, promettendosi di portare a termine il compito assegnato e rincontrarsi come stabilito.
Il vecchio Saggio, accertata la bellezza dei due animali, diede loro le estremità di uno stesso cappio, chiedendo di fissarlo alla zampa del Falco e dell’Aquila e di lasciare che spiccassero il volo.
Le due creature, forzatamente unite tra loro, non potendo guadagnare la libertà, dopo essersi agitate ed aver compreso che la causa era dell’altro, iniziarono a beccarsi, senza pietà, e a ferirsi a vicenda.
Il vecchio Saggio aveva mostrato loro che l’Amore sopravvive solo quando si vola insieme, ma liberi.

Possiate essere Aquila e Falco, forti, fieri e padroni di un volo che vi veda capaci di scegliervi ogni giorno …
Buon San Valentino, a tutti, anche a chi aspetta ancora l’altra metà della sua anima, perché l’Amore è per tutti …
– Carla –

Gelosia

La gelosia non è, sicuramente, un sentimento piacevole, nascendo dal sospetto o dall’evidenza di un allontanamento della persona verso la quale si sente un attaccamento emotivo importante.
Sana, a parer mio, è la sorella gemella dell’interesse e, in qualche maniera, risulta rassicurante … Se sei infastidito/a e hai la paura della vicinanza di un’altra persona, sono importante, non desideri perdermi!
Il problema è quando non ha motivo di esistere, si regge sul nulla e diventa una vera e propria ossessione che massacra due vite.
Ho avuto modo di assistere a scene apocalittiche solamente perché “lui” andava a fare benzina da solo o “lei”, che non era solito farlo, si truccava un pochino.
Ma la fiducia?
Di “timori”, campati per aria, si schioppa e di “certezze”, salvo che non si sia masochisti e decerebrati, schiatta la causa, è assodato.
Sono mai stata gelosa?
Ad oggi dico NO!!!
Quello che ho provato, quando l’ho provato, potrei classificarlo più come un “Cca’ niscuno è fesso” …
Non si è mai trattato di paura di perdere qualcuno, perché nessuno trattiene nessuno, ma solo di non consegnare, nelle mani di un furbo-fallito, le armi per rendermi ridicola.
Quando ho sentito “puzza di bruciato”, non ho avuto le allucinazioni, l’incendio era vero.
Non si può andare in allarme o flagellarsi al pensiero di restare “vedovi” dell’inconsistente, non si può essere gelosi di quel che la felicità non la nutre ma la falcia.
Prima di assegnare un nome sbagliato ad un sentire, forse, è il caso di fare l’autopsia, emozionale e morale, della persona che lo fa scaturire, per comprendere, prima di darsi il tormento, se è più salutare accompagnarlo/a alla porta del cuore.
Serena notte …
– Carla –

Curiosità: “Digitus Impudicus”

Siamo italiani ed esprimerci, anche, con i gesti è un nostro modo d’essere … è cosa nota!
Si gesticola per accompagnare un discorso o, più semplicemente, per dire qualcosa a qualcuno, in modo celere ed efficace, non di rado per sottolineare disappunto.
È il caso del “Digitus Impudicus”, nome assegnato dai romani e che, pare, trovi origini davvero lontane.
Il “Dito Indecente”, issato, rappresenta lo “sbirulotto” dei maschietti e le collinette laterali, Pino e Lino, gli inseparabili.
In maniera, irritata, in epoca relativamente recente, è un insulto muto, che strilla “vai a farti servire!”, qualcosa di non esageratamente raffinato che allontana una colazione con Papa Francesco o con Mattarella.
Il “Ditino Biricchino”, tuttavia, ha viaggiato non poco per arrivare fino a noi, sembra, infatti, che sia presente negli Epigrammi di Marziale, dove un uomo, per chiarire che gode di ottima salute e non ha bisogno della loro consulenza, lo esibisce a tre medici.
Aristofane, ne fa uno strumento di comunicazione di un personaggio della commedia Le Nuvole.
Diogene Laerzio, fa presente che Diogene, filosofo notoriamente cinico, ad un oratore che ammira Demostene lo mostra chiamandolo “grande demagogo”.
Oggi, se volessimo svecchiarlo, lo potremo chiamare “Emily” … e chi conosce “Carima di tutto di più” mi ha capita!
Serena notte …
– Carla –

La “follia”

Ivanovka, piccola cittadina russa, non lontana da Mosca, nei giorni scorsi è stata teatro di un episodio di violenza inaudita, che ha portato alla morte una giovane donna e la creatura che portava in grembo.
Un omicidio “sbattuto” in rete, durante una live, e messo in scena per miserabili 1000 dollari, donati da un utente che incitava lo youtuber a “punire” la sua ragazza.
Stas Reeflay, all’anagrafe Stanislav Reshetnikov, 30 anni, dopo averla percossa, lasciandole i segni visibili in volto, ha trascinato Valentine Grigoryev, 28 enne, sul terrazzo di casa, vestita del solo intimo, lasciandola esposta, per 15 lunghissimi minuti, ad una temperatura che s’aggirava attorno ai zero gradi.
Posto che non avrebbe dovuto farlo nemmeno in piena estate, quale mente disturbata non capisce che un clima da freezer è letale?
Il delirio di onnipotenza spegne i neuroni?
Madre e bimbo, com’è facile intuire, sono passati dalla vita alla morte per assideramento.
1000 dollari e una sfida, denaro e follia, social e popolarità perversa, la vita e la morte vissute come un game, dove premi esc e rincominci, perché è solo un gioco e di reale e pericoloso non ha niente.
15 minuti, il recupero del corpo inanimato, la presa di coscienza che una ragazza ha smesso di esistere, che è morto anche il suo bambino, e una live che si protrae ancora, con lo sfondo della salma “gettata” su un divano.
Un video che lascia ben poco spazio all’immaginazione, che scandisce i minuti che scorrono abbracciati all’esaltazione e ad una successiva disperazione che di genuino non ha nulla.
La live s’interrompe se sospetti di aver ucciso chi dicevi di amare, per cercare soccorsi, si agisce e reagisce sperando di non aver commesso l’irreparabile, non si continua uno show.
Valentine non sapeva con chi aveva a che fare?
Quando l’animo di chi ci vive accanto perde i liquami della putrefazione morale, quando i gesti manifestano un’inequivocabile necrosi, non ci sono “ma” e non ci sono “se” … è sensato, vitale, tagliare la  corda e scrivere la parola “FINE”.
Serena notte …
– Carla –

Carovana dell’Amore

Qualche ora fa ascoltavo una canzone (che condividerò alla fine) e, senza volerlo, si è innescata una riflessione.
I pensieri hanno iniziato a camminare, senza fare rumore, come se avessi potuto guardare i panorami, fuori dal finestrino, da un treno in corsa e con i tappi alle orecchie, che annullano il rumore e concedono di usare tutti gli altri sensi, escluso l’udito.
Ascoltare il mondo con i pensieri non è male, anzi!
Incontri ciò che sei, gli sorridi, lo abbracci e ci conversi, amabilmente, non usando più la parola “perché” ma “grazie” …
Io ho attraversato, in un tempo infinitamente breve, uno spazio non trascurabile, leggendo, ad occhi chiusi, con i polpastrelli dell’anima, un libro che, pur contenendo parole immutate, si lascia interpretare con una generosità sorprendete.
Non si è soli, se si è persone corrette, che non devono sentire vergogna per azioni madide del più bastardo degli egoismi, non lo si è mai, MAI, perché la vita arruolata in una “Carovana dell’Amore”, fatta di affetti che non si estinguono e nella quale si accodano, sempre, nuove anime, che ci somigliano, che vedono con i nostri sensi e che con uno sguardo sanno comunicare più che con le parole.
Mia sorella, due sere fa, nel darmi la buonanotte con un vocale, mi ha detto che è palese che io non abbia più voglia di rifarmi una vita di coppia.
Il tono della sua voce era preoccupato e, probabilmente, triste, e me ne dispiace, perché non esiste ragione.
Ho il cuore pieno d’amore, probabilmente più che in passato, riuscendo ad apprezzare il “bene” che non ha una collocazione, un’identità, che ingloba tutto e disconosce l’esclusività.
Quando qualcuno mi augura di trovare “quell’AMORE” mi sento come se mi dicesse di diventare alta 185 cm e biondo platino, qualcosa d’improbabile e stonato!
Non mi manca, assolutamente …
Non è una forzatura, tutt’altro, è un vivere che mi appartiene e non ha alcun peso.
Mi mancano le farfalle nello stomaco?
No, assolutamente, e vorrei potervi mostrare il viso, mentre lo scrivo, perché sorrido.
Non lo ricordo più, come se non mi avesse mai nemmeno sfiorata.
Il mare può mancare a chi non lo hai mai vissuto ed è cresciuto tra le montagne?
La nutella può fa impazzire chi non l’ha mai assaggiata?
Risposte ovvie, scontate!
So di essere stata innamorata, in maniera autentica, profonda, con devozione, diciamocela tutta, immeritata, ma non lo ricordo davvero e, questa, è una grazia Divina, il dono più grande che Cristo può fare ad un cuore malato.
Lo rinnova e lo rende “casa” per tutti e non per un solo uomo!
Chiunque di voi voglia unirsi a questa serena carovana, innamorato o no, è benvenuto!

Buona cena … a dopo per una tanto desiderata lettura!
– Carla –