Archivio mensile:settembre 2019
Tra le braccia di …
La funzione “leviga”, di una App, mi ha resa guardabile, camuffando la realtà da “bidet a rotelle”, con occhiaie annesse, diminuendo le probabilità (elevatissime) che a qualcuno di voi venga uno scompenso cardiaco.
Tanto non aspiro a fare la “modella tardona” e non cerco marito … il fine ultimo è non uccidervi e mostrarvi che il “Proiettile Peloso”, Amelie, quando finisce la benzina, si trasforma in una “Bambina” che esonda in uno tsunami d’Amore …
– Carla –
Dolore Emotivo
Oggi, nella quiete che governa i miei pensieri, vorrei condividere una riflessione che ritengo corrispondere al vero e che, spero, non appartenga solo a me (la solitudine di pensiero è più pesante di quella fisica, almeno per quanto mi riguarda).
In quest’ultimo anno ho avuto modo di stringere un’amicizia incredibile con me stessa, di raccontarmi, senza censure, non temendo di farmi del male, arrivando a toccare il fondo degli abissi per poi scorgere la luce rivolgendo lo sguardo verso l’alto.
Ho realizzato di essere venuta al mondo con “un’anima antica” (e con questo termine non intendo vecchia ma “vissuta”) che ha attraversato il tempo, probabilmente più vite, imparando, nella sofferenza, a vestire la sensibilità e l’empatia che ti fa “rispettare” il cuore del prossimo, che spinge a donare, spesso, non rendendosi conto che quell’affettività la risucchia un inceneritore che restituisce solo la cenere.
Mi è chiaro (grazie a diverse letture) che il riproporsi di uno stesso scenario non è una punizione, anche se potrebbe sembrarlo, ma il mezzo attraverso il quale apprendere una lezione non recepita in passato.
Oggi, suppongo di averla imparata, fino in fondo!
So esattamente cosa non voglio più nella mia vita e riesco a distinguere chi trasporta una tossicità con cui non merito di venire a contatto.
Non ho più il ricordo di emozioni nate dal nulla, proiettate dai miei desideri ma irreali, non riesco più a mettere a fuoco taluni sguardi, a rievocare il suono delle voci o a dare attendibilità a frasi vacue, quasi fosse passata una ruspa a risanare ogni cosa.
Avevo la certezza che i sentimenti nascono per non morire mai, che io fossi capace di nutrirli per sempre, invece, sfioriscono, rimpiazzati dalla pietà, dall’eco di una preghiera.
Il dolore emotivo è una benedizione che ciba l’anima d’amore puro, quello che si sposterà verso l’infinito.
Nessuno è immune, inflitto o autoprodotto (perché taluni, nel piangere, non hanno coscienza per valutare che le lacrime sono un effetto delle loro stesse azioni e che nessuno li ha feriti), il dolore tocca il microcosmo di tutti e c’è da augurarsi che venga apprezzato e accettato, quale occasione di cambiamento e crescita.
In questo preciso istante, mi sento “quasi felice”, perché quest’anima antica, nello spostarsi nel tempo, una cosa l’ha fatta sua, il “Saper Amare”, ora non le resta che registrare queste ultime informazioni, in maniera indelebile.
Dio benedica ogni mia lacrima, acqua viva nel giardino in cui, un giorno, spero mi vorrà ospitare …
Dio Benedica chiunque attraversa un altro cuore per scrivere la parola AMORE!
– Carla –
Test di FREUD
http://www.quizetest.it/test-psicologico-di-freud/
Dal sito, riporto integralmente:
Il bosco, nel test psicologico di Freud, rappresenta l’aspetto relazionale, la percezione che hai del tuo ruolo e dei tuoi doveri.
La visione notturna o diurna può manifestare uno sguardo ottimista o pessimista alle cose.
Il ruscello ed il suo attraversamento danno informazioni circa l’autostima ed il coraggio.
La chiave da informazioni sulla tua creatività, immaginazione, apertura oppure timidezza.
Infine la caverna rappresenta le tue paure, in particolare la paura della morte ed il modo in cui ti relazioni ad essa.
Secondo il padre della psicoanalisi io possiedo una personalità
Creativa e Sognatrice,
so che la vita è un dono e cerco di ottenere da essa il più possibile, vivendola al meglio.
Non devo lasciarmi abbattere dalle paure e dagli inevitabili fallimenti.
Sono ottimista e vedo il bicchiere sempre mezzo pieno!
In effetti … nel calice dei giusti scivola, sempre, l’acqua della Provvidenza …
Non mi reputo una infame, quindi, non morirò mai di sete!!!
– Carla –
….
– Carla –
Il vivere …
Il vivere è una “coreografia” … non tutti saremo capaci di realizzarla correttamente!
È una “danza” che la fisicità del cuore tenterà, sempre, di eseguire al meglio, sfidando quel che appare inaccessibile.
I passi non saranno perfetti, degni di un palco esclusivo?
Il solo tentativo, concreto, di correggerli, ci renderà degni di un pubblico che applaude con l’anima, che vede nelle pecche un’imperfetta perfezione.
https://youtu.be/fbDHnyoGPN8
– Carla –
All’ultima “moda”
No, non l’ho comprato …
Non me lo ha nemmeno regalato la mia mamma umana …
È “mio” … anche se sembra un morbidissimo maglioncino!
– Carla –
“Zio” Bruno
Ai miei genitori devo un insegnamento senza prezzo, l’amore che oltrepassa i confini di casa e il vincolo di parentela, facendo del cuore uno strumento di unione sincera, pura, indissolubile …
Ieri sera, un’altra parte di me, della mia famiglia, ha aperto la porta della vita terrena per raggiungere la pienezza del vero Amore in Dio, un’eternità che, un giorno, spero accoglierà l’intera umanità, anche quella che si ciba del male e che, forse, comprenderà l’errore nel contare gli ultimi respiri che la legano a questa dimensione.
A Bruno e alla sua famiglia sono stretti i ricordi delle vacanze estive, attese 11 mesi, il raggiungere uno stesso luogo per la voglia di una condivisione, tanto particolare, da augurarla a tutti.
Lui, suo figlio, sua moglie, il mio animo li ha sempre vissuti come il prolungamento del mio nucleo familiare, la gioia e la spensieratezza di risate e di un’affettività che, senza parlare, promuncia i “ti voglio bene”.
Bruno si è spento per una polmonite, me l’ha comunicato mia sorella, non sapendomi dire nulla di preciso.
I dettagli gli ha appresi mio padre (dal figlio) che si è chiuso in un silenzio che profuma di un’amicizia durata ¾ di secolo, che percorre momenti solo loro e che nessuno di noi può capire.
Ciao Bruno, grazie per aver fatto parte della mia vita, da sempre, per avermi regalato gioia, protezione, per aver realizzato attimi a misura di bambino, di adolescente e di ragazzi che scrutavano dalla finestra la realtà, grazie per essere stato “Mio Zio”!
– Carla –
Ronf … Ronf …
Col pancino pieno e i baci di mamma, non resisto, mi scappa la ninna!!!
Buonanotte mondo …
Vostra Amelie …
Differenza tra Amare e Voler Bene
Dal Piccolo Principe, voce di Emiliano Valdemarca
… con lo sguardo velato e il cuore che singhiozza, bisbiglio a me stessa di non saper più amare, ma di aver amato, come non avrei mai creduto di saper Amare!
– Carla –
Jose Nunes
La vita può regalarti un bel viso, tratti dipinti da una fantasia che non conosce frontiere e non distingue etnie, occhi che aggrediscono il silenzio, mettendolo in ginocchio, una fisicità che rincorre il bello e una voce che, saltellando sulle note, le investe di colore.
La vita può rivelarsi ambigua, restituendoti, con enigmatica prodigalità, quanto ti ha sottratto, senza soppesare i tuoi desideri, i tuoi bisogni …
A questo ragazzo, che ho scoperto casualmente (video reazione alla canzone Barrio di Mahmood), ha donato, anche, qualcosa di più grande, di “infinitamente grande”, un cuore madido di tenerezza e di amore, la capacità di convertire la sensibilità in parola, di dare ai ricordi la forza per vivere in eterno.
Mi sono iscritta al suo canale YouTube dopo aver guardato questi 3 video, uno spaccato d’anima che forgia le chiavi per aprire qualsiasi porta!
Casa
Madre
Padre
Ti auguro il meglio, Jose, anche se non servirà, la luce del tuo cuore illumina già la strada …
– Carla –
“Reattivo di Rorschach”
Il “Reattivo di Rorschach” è più conosciuto come Test di Rorschach (Hermann Rorschach era uno psichiatra svizzero) o Test delle macchie, una serie di tavole, monocromatiche o colorate, che tratteggiano la personalità di chi le interpreta,
valutando il livello d’intelligenza,
il contatto con la realtà,
l’affettività
e la percezione che si ha di sé e degli altri in un contesto di socializzazione.
http://www.quizetest.it/test-delle-macchie/
Il mio risultato è il seguente:
Il test è superato!
Tendi ad interpretare le immagini osservandone i particolari e cercando di utilizzare la tua creatività per elaborare la descrizione della figura proposta, di conseguenza le risposte sono spesso originali e dettagliate. Tale approccio denota una propensione all’estro ed è indice di intelligenza.
Il sito specifica che si tratta di un gioco, atto a tenere compagnia, e non può essere accostato al serio parere di un medico.
Sorrido … nel titolo del responso campeggiava “Hai un intelletto originale” e non un “Fatti vedere!”.
Lo avete fatto?
Cosa è venuto fuori?
Buona cena, ragazzi …
– Carla –
Inferno/Paradiso
Immagine
UOMO
– Carla –
Il Filo Rosso del Destino
Non soffermarti a contare gli incontri sbagliati,
non investire energie inutili per valutare gli errori
e trovare la tasca giusta in cui accantonarli,
non abbatterti nel dover ripulire l’anima
dalle macchie persistenti della sofferenza …
una mano,
oltre il muro della paura,
stringe tra le dita,
l’altro capo del Filo Rosso del TUO Destino!
– Carla –
La stanza “Blu”
Pareti Blu Notte, secchiate di tinta cupa, a coprire la gioia che sei, la luce …
Le parole a seguire le scrivo per lasciare una fiamma accesa, per sussurrare frasi che hanno senso solo per chi in una stanza dai toni spenti ci vive, disperandosi per schiudere una finestra sprangata dal tempo, per trovare la chiave per aprire la serratura della porta che frena la libertà.
Le chiavi, per fuggire dalla morsa di una agonia imposta, in realtà non occorrono, è sufficiente impugnare la sbarra antipanico e premere con la forza del coraggio, quello che recide di netto la stringa che ci tiene ancorati ad un pavimento sporco, maleodorante, indegno di reggere il peso della nostra anima.
La stanza “Blu” che io ho conosciuta, vissuta, scandagliata in ogni suo maledetto cm, mi rivista entrare, spinta da mani che sapevano, benissimo, del mio pregresso soggiorno …
Determinata a non rivederla più, non l’ho solo abbandonata, ma fatta deflagrare, lasciando sotto le macerie i discorsi filosofici che rincorrono Giuda, l’uomo dai sentimenti di cartapesta …
Evadete, non voltatevi al richiamo di lusinghe del passato, promettendo a voi stessi la lontananza da una eutanasia non assistita, in cui la morte del cuore è certa, nella sofferenza più grande.
L’egoista veste belle parole, le pronuncia ma non ne sente il suono, piange quando l’acqua arriva alle labbra e le braccia intorpidite non reggono sforzo alcuno, aspetta di poterti usare come uno scoglio, su cui riposare, scordandosi ti averti sottratto anche un misero salvagente, per poi rigettarti nel buio, in quella stanza in cui agognavi il ritorno del sole.
La mia più grande fortuna è l’inesistenza di un libro al quale rieditare il finale, perché arso nell’incendio del rispetto per me stessa, per non togliere valore alla genuinità di ogni mia frase o gesto.
Mi rivolgo a chi attende, speranzoso, con gli occhi appannati di sogni, destinati a restare tali, a chi crede nei cambiamenti mendaci e inutili, perché la vera natura umana si realizza nell’istinto primordiale, nel cibarsi incuranti di animi o contesto, per smorzare prontamente la fame.
Fuori dal “Blu” danza il “colore”, quello che cade da un arcobaleno che qualcuno ha lanciato nel cielo, per poterti stupire.
I “Ti Amo”, quelli pronunciati con le labbra del cuore, non germogliano mai i fiori del male!
https://youtu.be/M6P1sb0Bn7c
– Carla –
Titty
Stanotte non ho chiuso occhio, dopo essermi rigirata per ore, nervosamente, nel letto, calciando (per allontanarli) pensieri e sensazioni pesanti, ho deciso di leggere, non riuscendo ugualmente a “spegnermi”.
Ieri pomeriggio un’amica mi ha chiesto la cortesia di non lasciarla sola, di accompagnarla dal veterinario per far visitare la sua cagnolina che stava malissimo.
Non le serviva un passaggio, ci vuol poco ad intuirlo, ma un animo che, unito al suo, fosse roccia per affrontare anche il peggio.
Titty, la sua compagna di viaggio da 15 anni, aveva il cuore arrivato allo stremo e, umanamente, come ultimo gesto d’amore autentico, era giusto accompagnarla davanti al Ponte Arcobaleno, togliendole il peso di una sofferenza che si sarebbe protratta fino a consumarla.
Mia era lì con me, in quelle lacrime che scendevano roventi nel vederla spirare, nel silenzio condiviso con la sua mamma umana che, doveva affrontare il mio stesso strazio.
Non è la presenza di una coda a sminuire l’amore, l’assenza di una stessa lingua, se conosci quella universale, non una diversa forma di vita che, meglio di quella umana, senza eccezioni, conosce i sentimenti più puri.
Nel silenzio di una stanza in penombra, il desiderio della mia bambina, dei suoi occhi zuppi di bene, di annullare quell’ultimo tratto che ci ha separate, si sono fatti macigni.
Mia, con la sua bontà e il suo scegliermi, ogni giorno, ha saputo lasciarmi tante piccole luci accese, quelle che hanno illuminato il volto di chi c’era fuori dalla clinica veterinaria, mentre imploravo il Signore di non prenderla, il cuore che bussava alla mia porta per lasciare un bouquet di parole di consolazione ( … ancora un GRAZIE, a tutti voi che ci avete sorrette, nei momenti in cui avevamo bisogno di speranza), il pensiero che ha cercato un batuffolo che le somigliasse.
Nella sofferenza, quella vera, per la malattia e la dipartita di una creatura che ha cercato di coltivare amore anche in qualche cuore desertico (perché dinnanzi alla sua perdita, il resto è acqua zozza, senza valore, indegna di anche un minimo di patimento o rimpianto), Mia ha innalzato un muro di amore, colorato, che parla di lei e con lei.
Ciao “Titty”, grazie per avermi fatta sentire parte della tua piccola, grande, famiglia.
– Carla –
Bu Bu Settete!!!
Buona Domenica …
Mi fa pensare …
… in maniera meno esasperata (ah … ah … ah …) alla mia mamma, ancora “scrupolosa”, da tenero tormento, a 87 anni!
Sono ricordi che svegliano il sole anche in piena notte, sbaglio?
Tante di quelle abitudini, senza rendermene conto, sono diventate mie e, ora come ora, le amo perché mi fanno vivere bene …
W le mamme, braccia forti e sicure, angeli senz’ali, capaci ti sfiorare il cielo per regalarci una stella!
– Carla –
La gatta che veniva dall’Alliga
Ricordate Amelie, la gatta trovata (da mia sorella) nell’Alliga (spazzatura)?
Gettata via tra i rifiuti organici, chiusa in due buste di plastica, quasi asfittica e aggredita dalle formiche?
La vita, dal 17 agosto 2019, giorno in cui è stata salvata, non le ha sorriso nemmeno un istante, tante promesse ma nessuna adozione seria, quindi, le ha aperto le braccia mamma Carla.
Non volevo più prendere pelosini, perché distaccarmi da loro è un dolore che mi lacera (ieri ho fatto gran parte del chilometri di corsa-camminata, piangendo per Mia che vive, insieme a Cirillo, nel mio cuore con profonda forza), ma io e lei siamo legate da un destino comune, l’essere state trattate come robaccia da discarica e non come esseri con l’anima.
Unendo le nostre vite, nel reciproco amore, quello che non ha due volti, due facce di una stessa medaglia, saremo capaci di tracciare tanti sorrisi con l’inchiostro dell’anima.
Dal 3 settembre è ufficialmente la mia terza bambina …
Lei dorme serena, come se sapesse che non esiste più “nettezza urbana” in grado di ferirla!
– Carla –
NB: Un solo gesto d’amore è capace di incenerire 10 sozzerie fatte da “Bestie Bipedi”.