A-mici-zia

miciorosso

– Carla –

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– Quore –

Oggi pomeriggio, lungo uno dei percorsi dove corro:

Quore

Secondo voi …
è un “Poeta Burlone” o un “Aggressore della lingua italiana”?
Non so … a me, però, si è fermato il “Quore”!
– Carla –

 

“ … tanto tu …”

“Ma tanto tu sei forte!”
È la frase che mi sono sentita ripetere più spesso nella vita!
Sono forte?
No, non lo sono, almeno non come credono, il cuore si lacera anche a me, quando s’abbatte la mannaia, impugnata da mani “bastarde”.
Soffro, come tutte le persone sensibili e che hanno creduto in ciò che vivevano.
Cosa mi rende diversa e mi fa apparire capace di uscire indenne da una fragorosa slavina che giunge alle spalle?
L’aver compreso che di rabbia e di pensieri si schiatta, che il perdonare allontana qualsiasi sofferenza, restituendo all’anima le ali per viaggiare lontano dalle tempeste.
Il perdono inchioda la ragione del dolore nel passato, la immobilizza, rendendola incapace di nuocere ancora.
Non sono forte, ho solo realizzato che il Paradiso si può inseguire pure in terra e che finché non si pronuncia, a se stessi, un “Avrò cura di te per il resto dei tuoi giorni …”, ci sarà sempre qualcosa che ostruirà la strada.
Non sono forte, ho solo imparato a scegliere, ad accettare di saltellare sui tizzoni ardenti, aspettando si spengano (e la volontà non concede loro scampo), a guardare alla sincerità, difesa ad ogni costo, come al solo seme capace di offrire il frutto della pace interiore.
Non sono forte, ho solo scoperto che non devo litigare con la pena che mi cammina accanto, ma sorriderle e, quando meno se lo aspetta, correre per lasciarla indietro.
Ha senso cercare ciò che non c’è, fare l’autopsia morale a chi moralmente non stimiamo?
Direi di no …
Chi genera sofferenza difficilmente offre dell’altro …
– Carla –

Risate incontrollabili

Ebbene sì, una delle tante cose che controllo a stento è il ridere.
Un discorso incentrato su una brutta figura o la demenzialità di una situazione inaspettata, scatenano le mie risate.
Rido, fino a non riuscire più ad articolare parola, in modo talmente spontaneo da diventare contagiosa.
Giorni fa camminavo, per riprendere fiato, mentre ascoltavo Luciana Littizzetto parlare del dimorante delle mutande di Magalli (che pare godere di una salute invidiabile), ridevo, da sola, e d’improvviso mi sono resa conto che, nel guardarmi, facevano lo stesso un uomo e una donna che giungevano nella mia direzione.
(Ci ho fatto conoscenza al secondo giro, mi hanno fermata loro, incuriositi …)
Sono capace di perdere il controllo anche al telefono, con i messaggi scritti e perfino con i vocali (una vera benedizione se hai tanto da dire e poco tempo per digitare) che, ve lo giuro, quando li riascolto mi “schianto” per quanto sono incomprensibili.
Un mio amico, che al momento ha un impegno lavorativo fuori dall’isola, stanotte (per lui era mattina presto e stava facendo colazione) ha iniziato a scrivermi qualche messaggio per sapere come stavo, finendo poi per dettare vocali per velocizzare i discorsi.
Mi ha ripetuto che la mia ironia, il sapermi schernire da sola e, soprattutto, l’imboccare strade da figura di popò assicurata, senza nemmeno accorgermene, non solo regalano allegria a chi mi sta vicino, smorzando la pesantezza del quotidiano, ma per lui rappresentano peculiarità che incantano.
Da quando essere buffi seduce?
Andando al sodo, gli ho raccontato che, circa 10 anni fa, la sperimentazione di un trucchetto di bellezza mi ha resa folle e ridicola, davanti ad un gruppetto di persone presenti in farmacia.
Capirete, tra poco, che potevo evitare l’epilogo, cambiando, semplicemente, luogo di acquisto di quel prodotto.
Partiamo dalla scoperta “miracolosa” per il contorno occhi, contro le borse, le occhiaie e le rughe … la “Preparazione H”, avete letto bene, la pomata di fine corsa dello sparti chiappe, avrebbe (effettivamente funziona) il potere di farti addormentare “cessivendola” e destarti meno amareggiata per un viso che reclama un restauro.
Comprai il primo tubetto e, visti i risultati, iniziai a diffondere la lieta novella tra le amiche.
– Io non riesco ad andarci, ti do i soldi, me la compri tu? –
 … una due, tre, quattro … richieste, ed io, ovviamente, man mano che si presentavano le accoglievo tutte.
Al 12 esimo tubetto, la farmacista, con un fare preoccupato e un tono basso, ma udibile, ugualmente da tutti, pronuncia la frase – Signora, con il suo problema, evidentemente, ad uno stadio avanzato, non è consigliabile un controllo medico, piuttosto che insistere con l’automedicazione? –
Io, che in quel momento non penso al reale utilizzo che ne fanno gli sfortunati con gli stop accesi, la guardo e, serenamente, rispondo (come se il segreto di bellezza fosse noto a tutti.)
– Quale problema? –
– Le emorroidi, signora! L’uso smodato di pomate non risolve il problema, prolunga solo la sofferenza –
Tutti mi fissano, provando un palese senso di tenerezza, per un dolore che, sicuramente, mi devasta ed io, con nonchalance, di getto, li rassicuro
– La spalmo in viso e non la introduco dove non batte il sole! – tra il ridere collettivo e la curiosità femminile che, prontamente, indaga.
Il mio amico “afferra” il senso della storia dopo diversi vocali, perché la metà sono criptici, intrisi del mio ridere, ricambiando con i suoi, dove chiede delucidazioni intervallate da risate.
Si sono fatte le sue 7.30, mi da la buonanotte e io auguro buon lavoro …
Alla mia ora di pranzo mi arriva un messaggio scritto: “Mi mancano le corse e il tempo passato insieme, sei la sola donna con cui non mi annoio mai!”.
Rispondo con un semplice “Grazie”, anche se vorrei e potrei aggiungere dell’altro, e sono contenta che l’andare oltre la balconata e la zona targa, possa dare ad una donna delle chance, per toccare la consapevolezza che ciò che si è, e non ciò che si ha, può renderci speciali, speciali profondamente.
– Carla –

Pietre Sonore

Calcare, basalto … rocce!!!
“Hai un cuore di pietra!”, dopo aver sentito il respiro di una delle opere di Pinuccio Sciola, è un’espressione che stona, in quanto, ogni sua “creatura” ha un’anima che vibra, liberando il canto della natura.
Nato a San Sperate (Cagliari), noto come il Paese Museo, per i Murales, dopo aver vinto una borsa di studio, nel 1959, riesce a frequentare il Liceo Artistico di CA, in seguito l’Istituto d’Arte a FI e, infine, l’Accademia Internazionale di Salisburgo.
Il talento che lo contraddistingue e l’originalità di espressione, fanno di lui l’artista eterno, ineguagliabile e capace di dare la “vita ai sassi”.
Una vacanza nel sud Sardegna deve, assolutamente, includere una visita al Giardino Sonoro, nel suo paese, che ospita opere di rara bellezza.
https://youtu.be/pdawcxVUGDU
https://youtu.be/SIsnF4HsTBY
Pinuccio Sciola
San Sperate 15 marzo 1942
Cagliari 13 maggio 2016
– Carla –

Via gli “ormeggi”

Ieri pomeriggio, senza nemmeno rendermene conto, rapita dai pensieri, ho “macinato” 14,90 km, bruciando quasi 800 calorie … (sensi di colpa zero, per la mezza tavoletta di cioccolata, magicamente, scomparsa dopo cena!)
Mi ha “stoppata” il calare del sole, dietro la collina che mi vede passare almeno 4 volte di seguito e che scandisce i 2 km e mezzo di un giro completo (del percorso che mi sono cucita su misura).
Riflettevo, in un silenzio surreale, tipico delle domeniche, di pomeriggi al mare (qui è ancora estate) o di gite con gli amici, in luoghi distanti che offrono un diversivo, in totale comunione con la quiete che ricolonizza la mia anima.
Avete presente il modo di dire, “mollare gli ormeggi”?
Mi sono resa conto di aver fatto proprio questo, di aver tirato a bordo le ancore … di averlo fatto da tanto tempo, ma di non aver mai preso in considerazione la possibilità di avviare i motori per lasciare la rada.
Restare aggrappata al fondale di ragionamenti inutili, nell’illusione di sollevare una nuvola di sabbia che somigli, vagamente, a qualcosa di sensato, che giustifichi la sofferenza, non muterebbe alcunché, impedirebbe solamente di scorgere nuovi panorami e di approdare in nuovi porti.
La scialuppa, la sopravvivenza che ho imparato a conoscere profondamente, sinceramente, l’ha già calata in mare, in diversi frangenti, imponendomi di remare per lasciare quella posizione e di osservare i dettagli di quanto poteva cogliere lo sguardo.
Ho perlustrato scenari diversi e, tra lo stupore e la paura, annusato i profumi che giungevano dalle cale, guardato il sole rimbalzare sul mare, udito il suo poetare in mio onore, pur non decidendo mai di attraccare.
Come l’isola del Giglio, ho visto una nave lasciare brandelli di sé sulla scogliera aguzza, l’ho sentita strillare per la disperazione di sentimenti che cadevano in acqua, trovando la morte, l’ho guardata piegarsi su un fianco, nella totale accettazione della fine.
Le lacrime hanno bagnato quelle lamiere, corrose dal sale, nell’attesa d’imbragature che potessero agganciarla e sottrarla alla curiosità morbosa di chi non comprende quanto pesi il dolore.
Un timoniere abbandona l’imbarcazione e la guarda inabissarsi, un altro attende il ripristino e sale a bordo, per farla salpare e condurla in acque sicure.
Ho mollato gli ormeggi e, forse, attendo semplicemente che nuove mani reggano il timone, insieme alle mie, e che il sentire tracci nuove rotte.
– Carla –

Cervello Maschile o Femminile?

Non so voi …
Io mi sono chiesta, non so quante volte, se ragiono più da uomo che da donna, premettendo che non ho, e non ho mai avuto, crisi d’identità di genere.
La domanda nasce in ragione del fatto che, davanti a determinate situazioni, reagisco più con un temperamento, marcatamente, maschile e mal sopporto essere trattata da “sesso debole” perché, nel corso della vita, ho realizzato di essere stata molto più coraggiosa e uomo, io, di tanti uomini per nascita.
Il Test-Giochino l’ho voluto provare per curiosità e il risultato, onestamente, non è stato quello che mi aspettavo.

http://www.quizetest.it/test-del-sesso-cerebrale/

Hai un cervello di tipo:
Femminile
Con le risposte che hai fornito hai delineato capacità cerebrali che vengono attribuite al cervello di tipo femminile.
I fattori analizzati sono:
la gestione dello spazio,
il livello di capacità empatiche
e tecniche ed il livello di assertività.
Presti molta attenzione ai dettagli e sai sempre dove hai messo le tue cose.  (VERO!)
Hai buone capacità empatiche e riconosci facilmente lo stato d’animo di che ti sta intorno. (VERO!)
Se sei uomo, non preoccuparti, è tutto normale.
Gli scienziati hanno studiato a lungo i motivi per i quali l’identità cerebrale possa non coincidere con l’identità di genere che ci contraddistingue.
Le motivazioni sono molteplici: da questioni puramente ormonali a questioni evolutive e culturali!

Mi riconosco nelle due caratteristiche, ma continuo a pensare di ragionare da maschietto, di aver dato prova, a me stessa e a chi mi vive o mi ha vissuta, di non essere corredata di pensieri e azioni tipicamente femminili.
Stare con me è una lotta, tengo testa fino alla morte se ho la convinzione d’essere nel giusto e pure se sei alto 190 cm ti vengo sotto il naso, senza timore alcuno e, verbalmente, con l’educazione che non deve mai venir meno, picchio duro finché non mando al tappeto.
Mentre scrivo, mi è venuta in mente una cosa che scombussolò la mia classe in seconda media.
Qualcuno ricorda le ore di educazione tecnica? (Matusalemme è nato solo 2 giorni prima di me)
Le bambine avevano una sala pallosissima, dove fare lavoretti da donnina, io mi rifiutai, e la scolaresca fu divisa secondo le preferenze di ciascun alunno.
Io e Liviana scegliemmo di andare in falegnameria, per noi era più divertente un trapano a manovella di un uncinetto!!!
Serena notte … a domani.
– Carla –

Il sorriso non muore …

Ieri, nella Parrocchia “Vergine D’Itria”, a Portoscuso, davanti alla statua di Santa Rita da Cascia e ad una sua reliquia (un piccolo ossicino del polso sinistro), è stata celebrata una Messa durante la quale si è dato risalto all’Unzione degli Infermi, un Sacramento che ricevono le persone affette da patologie, “unte” con un olio appositamente benedetto.
La piccola chiesetta era gremita, il caldo insopportabile ed i posti a sedere riservati a chi ne aveva realmente bisogno, eppure, quelle 3 ore (tra Rosario, Messa e Unzione) di disagio, per lo stare in forno e in piedi, le ho vissute con gioia autentica.
Fuori dalle mura, la piazzetta e le vie vicine ospitavano un numero impressionante di ammalati (oltre quelli accolti all’interno), persone con la croce della sofferenza sulle spalle e gli occhi lucenti di speranza e pieni di Dio.
Il mio cuore ci ha portato mamma (e un’altra persona speciale che lotta per vivere) ed ha pregato per ogni anima che ha dialogato col Signore, senza veli, nell’umiltà più vera, per ottenere la guarigione.
Ci si lamenta per tante caxxate, si calpestano i sentimenti di chi ci ama, ci si rimpinza di egoismo, si odia aspettando di sentire il sibilo della parola “perdono”, non osservando con invidia (quella sana) la dignità di chi soffre, realmente, e non smette di regalare un sorriso.
– Carla –

SantaRitaPortoscuso SantaRitaReliquiaPortoscuso

 

L’Amore ai due poli

Ringrazio Riccardo Agostini

www.agostiniriccardo.com

per avermi regalato il suo libro, letto in parte di due notti consecutive e apprezzato, davvero, tanto!
Dietro un Life Coach “empatico” ho incontrato uno scrittore “trainante”, in grado di farsi seguire tra le pagine della sua vita, nella quale è facile riconoscere parte di noi, sfumature che ci somigliano o che vorremo vestire, per camminare con qualche petalo di positività in più nelle tasche dell’anima.
L’impressione, per quanto mi riguarda, è stata quella di una serata tra amici, della quiete e di una sola voce che si racconta, di un sorriso che incornicia attenzione e che non mostra apertamente un “Cosa avrei detto al suo posto?” o un “Sarebbe stata la mia stessa scelta?”.
Per chi, come me, ha varcato gli anta-anta è anche un ripercorrere il sentiero dei ricordi, di emozioni che oggi hanno assunto un diverso valore, ma che allora sprizzavano adrenalina e sentivano il cuore implodere.
In un messaggio, Riccardo, mi ha scritto che considera “L’Amore ai due poli” un figlio unico e che è stato il suo modo di “fermare” quella porzione di vita …
Solitamente è lui a suggerire percorsi soleggiati, a chi lo segue sui social o privatamente, a regalare tinte pastello a chi tende ad usare colori pesanti, a “sto giro” voglio essere io a lasciare un messaggio che possa far scricchiolare la sua decisione.
“Caro Riccardo …
i due doni più grandi che hai (avete) offerto alla vita, Stella e Santiago, in futuro, nell’incontrare il loro papà ragazzo, sicuramente, si domanderanno cosa ha vissuto, intimamente, l’uomo che è diventato, com’è cresciuto e mutato quando il cammino in solitaria è diventato a due e poi a quattro.
Chi ama leggere e scrivere sa che è solamente quando si è faccia a faccia con noi stessi, e si aprono, silenziosamente, le porte del cuore, che nessun angolo di noi resta isolato dal rumore del vivere …
Magari un piccolo tarlo, ora, lavorerà in sordina per avere la meglio …”
Vi consiglio la lettura di un libro che sembra scritto non da uno sconosciuto ma da un amico!
Buona serata … io vado a correre …
R.AgostiniLibro
– Carla –

 

Io ci sarò

https://youtu.be/BsZJTp8pOhw

… a chi ha stretto le mie mani, affinché non smarrissi il coraggio, a chi ha aperto la porta del suo cuore, perché non sentissi il freddo di un inverno senza stagione … a voi, occhi distanti e invisibili, capaci di sguardi affettuosi, artigiani di parole che, con dolcezza, occultano le macerie … IO … “ IO” CI SARO’!
Serena notte e buona domenica …
– Carla –

Test 16 personalità

Questo test pare essere uno dei più attendibili nella determinazione della personalità:
https://www.16personalities.com/it
Basandosi su una serie di variabili e supponendo che le risposte date, da chi lo effettua, siano sincere, dovrebbe identificare le sue caratteristiche in maniera sorprendente.
Gli elementi presi in analisi sono:
La Mente: soggetto Estroverso o Introverso.
L’Energia: soggetto Intuitivo o Realistico.
La Natura: soggetto focalizzato sulla Logica o sui Principi.
La Tattica: soggetto focalizzato sulla Pianificazione o sulla Ricerca
L’Identità: soggetto Determinato o Prudente.
Rispondere alle domande, banali solo all’apparenza, è stato divertente, quindi, vi suggerisco di cimentarvi.
La mia personalità corrisponde alla sigla INTJ-A, ovvero, l’Architetto!
Risultato del test:
Si è da soli al vertice e si è uno dei tipi di personalità più rare e strategicamente più capaci, e questo gli Architetti lo sanno fin troppo bene.
Gli Architetti rappresentano solo il due per cento della popolazione, e le donne di questo tipo di personalità sono particolarmente rare, costituendo appena lo 0,8% della popolazione – è spesso una sfida per loro trovare persone di mentalità simile in grado di tenere il passo con il loro intellettualismo implacabile e le manovre simile al gioco degli scacchi.
Le persone con il tipo di personalità dell’Architetto sono fantasiose eppure decise, ambiziose eppure private, incredibilmente curiose, ma che non sprecano la propria energia.
Nulla può arrestare il giusto atteggiamento dal raggiungere il proprio obiettivo.
Con una sete naturale di conoscenza che si manifesta fin dai primi anni di vita, da bambini agli Architetti viene spesso affibbiato il titolo di “topo di biblioteca”. Sebbene ciò possa essere inteso come insulto dai coetanei, loro probabilmente vi si identificano e ne sono addirittura fieri, godendo enormemente e profondamente delle proprie conoscenze. Gli Architetti amano anche condividere ciò che sanno, sicuri della loro padronanza degli argomenti prescelti, ma queste personalità preferiscono progettare ed eseguire un piano geniale nel proprio campo, invece di condividere opinioni su distrazioni “non interessanti”, quali i pettegolezzi.
Paradosso per molti osservatori, gli Architetti sono in grado di vivere con contraddizioni evidenti che ciononostante hanno perfettamente senso – almeno da un punto di vista puramente razionale. Ad esempio, gli Architetti sono contemporaneamente gli idealisti più sognanti e i cinici più amari, un conflitto apparentemente impossibile. Ma questo perché le persone con il tipo di personalità dell’Architetto tendono a credere che con fatica, intelligenza e considerazione, nulla sia impossibile, mentre allo stesso tempo, credono che le persone siano troppo pigre, miopi o egoiste per raggiungere effettivamente tali fantastici risultati. Eppure quella visione cinica della realtà è improbabile che arresti un Architetto interessato dal raggiungimento di un risultato che ritiene rilevante.
Nel dettaglio:
Mente: Estroversa al 46% – Introversa al 54%
Energia: Intuitiva al 71% – Realistica al 29%
Natura: Logica 61% – Principi 39%
Tattica: Pianificazione 79% – Ricerca 21%
Identità: Determinata 75% – Prudente 25%
Mi riconosco?
Nell’insieme si!
Ciò che mi turba, davvero, è che da ragazza volevo diventare un Architetto (ancora adesso è il mio cruccio e non nego di accarezzare il desiderio di poterlo diventare nella fase della terza età, per realizzare un sogno), tant’è che mi iscrissi alle Geometri per avere basi un po’ più solide rispetto ad un altro indirizzo di studi.
In Sardegna non era possibile scegliere quella facoltà e la paura di trasferirmi a Roma, da sola, a 19 anni, gettò l’idea in un cassetto …
– Carla –

Bambina cresciuta …

La bambina che vive in me, ogni tanto, prende il sopravvento …
Ieri mi ha costretta ad andare a correre vestita da “Mamma di Amelie”, quando ci si mette non sente ragioni e, dopo, mi tormenta affinché spedisca questi scatti a povere amiche indifese.

carlacorsagatto

Che dite, la sfratto????
BacioMiaooooo a tutti!!!
– Carla –

 

 

Chi …

Chi respira la tua stessa aria, senza reclamare il pane dell’egoismo, accarezza con lo sguardo un solco sul tuo viso, pensando ad una frase incantevole che ti racconta, guardando al tempo che hai regalato alla vita come ad un dono che non ha vissuto, non conoscendoti da sempre … ha argomenti con cui coccolarti.
Ha mani impalpabili che stringono le tue, braccia invisibili che s’allargano per offrire riparo, una voce che tace e, in un silenzio surreale, produce un baccano che ninna senza mai tormentare.
Chi avverte seducente il tuo essere, il tuo pensiero e nel percepire il respiro del tuo cuore trova l’ispirazione per comporre una melodia … ha strumenti per edificare il tutto nel deserto del nulla.
Chi non pensa alla propria avvenenza come ad un’esca, ad un irresistibile richiamo, ma spinge sull’acceleratore dell’essenza … senza averne coscienza ha in mano le chiavi che spalancano ogni porta, chiavi che tintinneranno solo dinanzi all’uscio giusto.
– Carla –