Coronavirus

Ad oggi, in Italia, sono stati accertati due casi di “coronavirus”, una coppia di cinesi, giunti nella capitale nei giorni scorsi ed attualmente ricoverati all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive Spallanzani (Rm).
I sintomi, che possono essere accostati alla comune influenza, sono tosse, febbre e difficoltà respiratorie.
È follia, me ne rendo conto, ma la paura che, in qualche modo, il virus possa diffondersi e toccare soggetti fragili come mia madre e, in maniera minore, mio padre, mi mette ansia, un’ansia non trascurabile.
Cercare informazioni, attendibili, è la sola arma a mia disposizione, a disposizione della maggioranza di noi …
Confidando in una risoluzione rapida e nella ritrovata salute di chiunque, nel mondo, è coinvolto, lascio il link di un articolo che vuol essere un piccolo cerino acceso, nella stanza buia della non conoscenza della grandezza della medicina.
https://www.farmacoecura.it/influenza/sars-e-coronavirus-sintomi-prevenzione-e-contagio/

… serena notte …
– Carla –

 

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“Tutto quello che un Uomo”

Un Uomo, capace di scrivere parole con l’inchiostro dell’anima, non vivrà mai nel timore di non conoscere l’amore, perché lui stesso è Amore, Emozione e Vita, in tutte le sue tonalità più belle.
Un Uomo, che intreccia sentimenti che arrivano a cingerti le spalle, con lo stesso tepore della brezza estiva, non dovrà mai domandarsi se e cosa piace della sua persona …
… non verrà mai visto come una “copertina”, ma pagine, uniche, da sfogliare con dolcezza e da scorrere con gli occhi del cuore.

https://youtu.be/KerL7VpYDEY

– Carla –

Sexting e Revenge Porn

Michela Deriu aveva 22 anni
https://youtu.be/6B7-XmXeny0

Tiziana Cantone qualcuno in più
https://youtu.be/NtOUMPUwum0

Sono solo due esempi, due giovani donne, uccise e non suicide (nonostante il gesto), schiacciate dal dolore e dalla vergogna, spinte a trovare nella morte la libertà.
Non è importante scoprire la ragione di un comportamento  maledettamente lesivo …
Un gioco? Una vendetta? Un ricatto economico?
… è vitale arrestarlo, propagare il coraggio per non piegarsi davanti ad un’ingiustizia, la forza per respingere la vergogna al mittente, per sotterrare sotto una slavina di sterco morale, che lo identifica, l’artefice.
Tutti noi potremo diventare Michela, Tiziana … Pia, Giovanna o Paolo, Luigi, Renato …
Innamorati, infatuati, plagiati, convinti di condividere un atto d’amore o del sesso tra persone consenzienti, derubati della nostra intimità, merce di scambio o spade per trafiggere gli affetti più cari e il sociale che ci accoglie.
Il carnefice non è mai vittima e offuscato dalla sua stessa cattiveria e dalla brama di un potere malato, perde le molliche di pane, come Pollicino, richiamando la mannaia della giustizia a casa.
Incuriosita, ho cercato le norme riguardanti  questo tipo di reato, vi rimando alla lettura, io, l’ho trovata interessante e abbastanza esaustiva
https://www.agendadigitale.eu/sicurezza/privacy/sexting-il-fenomeno-le-conseguenze-penali-e-la-giurisprudenza/
– Carla –

La “Luna” & la “Stella”

Luna&Stella

Ieri mattina, i due cherubini, hanno trovato posto in casa della mia amica, li ho regalati a lei, dopo averli visti, ad ogni risveglio, dal 1997 fino a metà del 2018 …
Li ho ritrovati, casualmente, mentre mettevo insieme svariate cosine di cui intendo liberarmi emotivamente, avvolti con cura, quasi prigionieri di un oblio senza spazio e tempo.
Li ho adorati, a parte per la bellezza dei “Thun” in generale, per il racconto, silenzioso, che sentivo nel guardarli:

“Un’anima che, a cavallo della Luna, spande nella notte (che io amo per la quiete) la melodia di un sentimento e l’altra che trova il sonno, posando la testa su una Stella”.

Continuo a credere che non esista nulla di più prezioso di un cuore che tesse un sogno da regalare, da indossare come una seconda pelle, di un sentimento che gli Angeli sussurrano all’orecchio del Signore.
Ieri, gli amici di un lungo viaggio, hanno trovato una nuova casa, mura tinte d’amore, tra le quali la loro magia continuerà a vivere.
– Carla –

L’Amore ha le ali

L’Amore, quello che ha radici profonde e sa sopravvivere a qualsiasi tempesta della vita, mira al cielo, abbattendo gli ostacoli con l’energia di un sorriso, scrivendo la frase “Nulla è impossibile!” sulla segnaletica verticale, davanti ad ogni biforcazione che impone una scelta.
Lo sanno bene i genitori di Christian Garcia, un bambino autistico che, stringendo le loro mani, affidandosi all’istinto che lega, a doppio nodo, una madre e un padre, alla parte più preziosa del loro essere, condivide (su YouTube) una quotidianità fatta di scoperte, progressi e vittorie.
Mi sono innamorata del viso di Christian, del suo dire “Ti amo” con una spontaneità disarmante, ma anche a dei suoi “No”, che abbracciano una dolcezza infinita, che chiedono il rispetto di tempi e spazi particolari, che trovano, sempre, un punto d’incontro.
Vi lascio i link di due video

https://youtu.be/PO7cvS-4YRY

https://youtu.be/gNB4A59qYFE

certa che lui, la sua mamma e il suo papà, entreranno anche nel vostro cuore e che la nostra condivisione, anche se non direttamente coinvolti, può confezionare coraggio e determinazione per chi, di tanto in tanto, scivola nello sconforto.
L’Amore ha le ali … e Christian sta imparando a volare!
– Carla –

Le “dita”.

Non sono una feticista, lo premetto, ma ho sempre avuto una particolare attenzione per le mani e per i piedi che, a parer mio, raccontano chi siamo, fornendo, a chi è attento, un mezzo sottile per metterci a fuoco.
Lo dico (con un briciolino di fierezza), “amo le mie mani”, sempre ordinate, con le unghie lunghe senza esagerare, sane e con un velo di smalto, curativo e trasparente (raramente, da quando non ho più 15/20 anni, uso il colore, a differenza di allora, quando li amavo tutti, anche quelli più assurdi).
Mi piacciono, nella stessa misura, i miei piedi, bonsai per una donna alta 162 cm (calzo 33 e ½ – 34), mai in uno stato di abbandono, anche in pieno inverno, quando vivono poco esibiti perché protetti dalle scarpe chiuse.
In rete (cito la fonte https://www.benesserecorpomente.it/mani-e-piedi-il-significato-delle-dita/ ) ho trovato il significato, in psicosomatica, delle dita di mani e piedi, rimanendo colpita nel constatare quanta verità si nasconda nelle mie, nel riscontro con la realtà.

MANI
Pollice: dito della protezione dall’esterno, rappresenta la tristezza e la sconfitta.
Indice: dito che rappresenta il liberare le emozioni, l’accusa e l’autorità.
Medio: dito che mette in luce la sessualità e l’istintualità.
Anulare: dito che sottolinea l’unione, i sentimenti e le emozioni.
Mignolo: dito che mostra eleganza e raffinatezza.

PIEDI
Alluce: dito che identifica l’intelletto, descrivendoci interiormente.
Le lesioni sul lato esterno rappresentano le tensioni affettive, come percepiamo il giudizio della gente, l’interno la materialità con cui viviamo l’ambiente in cui siamo inseriti.
È legato al pancreas, al fegato e allla milza.
2° Dito: identifica il sapersi ritagliare un ruolo da leader, la capacità di alimentare la volontà e l’equilibrio nelle relazioni.
È legato allo stomaco.
3° Dito: identifica i valori che ci sono stati trasmessi, il saper mantenere un equilibrio interiore, un atteggiamento di coerenza nelle relazioni interpersonali.
4° Dito: identifica i legami familiari, l’affettività e la creatività, il ricercare la perfezione.
5° Dito: identifica la sessualità.
È legato alla vescica.

Le dita, di mani o piedi, dritte e regolari, indicano equilibrio tra razionalità ed istinto.
Ma veniamo a me, alla cosa che più mi ha lasciata basita …
Sono nata con il 4° dito, di entrambe i piedini, lungo come i pollici!!!
I miei genitori, sul momento, restarono abbastanza impressionati (e lo sarei stata pure io, se avessi potuto osservarmi e comprendere) e spaventati, non sapendo che nei 12 mesi successivi le dita che si erano portate avanti col lavoro avrebbero atteso le altre, per poi crescere in armonia.
Tornate, per un attimo, sulla descrizione …
Uno dei pilastri della mia esistenza è la famiglia, i legami per i quali mi sono sempre spesa, senza riserve, l’affettività che non ho mai barattato con niente.
La creatività, poi, chiunque mi conosce da una vita, sa che è nata con me, al contrario della perfezione che non ho e che, per quanto corra, mi doppia continuamente.
Buona cena …
– Carla –

La Creazione dell’Uomo

La “Creazione di Adamo”, la mano di Dio (a destra) che dona la vita ad Adamo, sfiorandogli l’indice, è una delle opere, per significato e bellezza, che amo di più in assoluto.
Commissionata da Papa Giulio II, intorno al 1500, a Michelangelo Buonarroti, si può ammirare, sollevando la testa, sulla volta della Cappella Sistina in Vaticano.
Simbolo dell’inizio dell’esistenza umana, per chi ha fede, è una dichiarazione d’Amore che non viaggia a senso unico, il ricevere l’essenza del Padre e il pronunciare “Ti appartengo”, di un figlio.
Il suo valore, per me, si lega anche ad un ricordo tenerissimo, ad un tatuaggio …
In passato ero solita frequentare le Terme di Bagni di Tivoli, ci trascorrevo i lunghi pomeriggi estivi, abitualmente sui pratini attorno alla piscina più grande.
In una di quelle occasioni, in un lettino non molto distante dal mio, mi accorsi della presenza di una donna (che aveva qualche anno più di me, sopra la quarantina di sicuro), notando che aveva l’addome “pasticciato” (da lontano era impossibile distinguere qualcosa).
Tutto divenne più chiaro quando si alzò, accorciando le distanze, per recuperare un bambino, sui 5 anni, che giocava davanti a me.
La Creazione, in bianco e nero, campeggiava sulla sua pancia, realizzata tanto bene da sembrare in rilievo …
Mi sorrise, accorgendosi dell’evidente stupore con cui la ammiravo!
– Si, è Dio che da la vita ad Adamo – mi disse, aspettando che pronunciassi qualcosa – Mi dissero che non sarei mai diventata madre, la preghiera ha spinto Dio a toccarmi e a donargli la vita – concluse, indicando suo figlio.
Non ho mai dimenticato quella mamma, la somiglianza con il suo miracolo e la bontà del Signore, che ascolta, anche quando a noi pare sordo, e prima o poi risponde!

LaCreazione

– Carla –

Il Profumo

Stanotte ho voglia di riportare una storia un po’ particolare, infinitamente bella quanto malinconica, che mi è stata raccontata quando avevo 31-32 anni, circa, da uno degli iscritti in una piccolissima chat per famiglie (e lo era sul serio, perché si era formato un gruppo di madri che compravano all’ingrosso per ammortizzare le spese, un altro che condivideva il tempo libero a pesca e così via).
È passato tanto tempo, tanto da cancellare dai miei ricordi il nick e il nome di battesimo di questa persona ma non le sue parole e ciò che aveva vissuto e viveva.
Ricordo la sua età, 36 anni, l’aver fatto parte di un corpo speciale militare (lasciato per colpa dei danni da uranio impoverito, che nel suo caso si risolsero), il suo deridermi, bonariamente, per la mia voglia di iscrivermi ad un poligono di tiro e che nutriva un amore profondo per la moglie, che non perdeva occasione di lodare con me e con tutti gli altri.
Avete presente un uomo limpido, pane al pane, vino al vino?
Lui era così, schietto e incapace di “inciuciare” rischiando di ferire qualcuno …
Le nostre chiacchierate giravano attorno al voler imparare a sparare, con criterio, tentando di sviluppare un’ottima mira, di fare di un desiderio uno sport da praticare a livello personale e nulla di più.
Mi disse che lui era iscritto in un poligono che avevo modo di visitare pure io, invitando sia me che l’uomo che amavo a raggiungerlo per presentarci staff e nuovi amici, cosa che poi, per impedimenti vari, di ciascuno di noi, non avvenne mai …
Si creò un’intesa salottiera così rilassante e di fiducia che, dopo molto tempo, mi raccontò qualcosa che mi diede modo di riflettere non poco e di non giudicarlo in maniera malevola, nonostante quel comportamento e quelle emozioni potessero essere interpretate come fendenti sferrati nei confronti della consorte.
Di lei disse, senza tentennamenti, che la considerava la sua salvezza, portatrice di gioia e custode di progetti ai quali non avrebbe mai saputo rinunciare, la creatura che gli aveva fatto rincontrare l’amore e la voglia di vivere.
La mortificazione la viveva a livello intimo, per una fetta del suo passato che non riusciva e, forse, non voleva lasciar andare.
Da molto più giovane, in un incidente stradale, un investimento per la precisione, nel quale fui coinvolto anche lui, vide spirare, tra le sue braccia la fidanzata.
Vedere i suoi occhi supplicare la vita, sentire il respiro fermarsi, mi confessò, che avevano segnato la morte di una parte del suo animo, sebbene la fetta più grande si sentisse pervasa da una felicità inaspettata.
Ciclicamente, come una persona schiava da una dipendenza, sentiva il bisogno di percorrere una strada di campagna, di fermarsi sotto un grosso albero che aveva ospitato innumerevoli pic nic, di tirar fuori, da una delle valigie (non so come si chiamino) ai lati della moto, il piccolo telo che teneva insieme attrezzi di emergenza e un profumo, quello della sua giovane ragazza scomparsa troppo presto.
Lo nebulizzava nell’aria e nel respirarlo, per pochi istanti, lei lo raggiungeva rendendo i ricordi più nitidi, vincendo la morte.
L’andarsene in una situazione di “bellezza” è un lutto infinitamente grande, la falce del destino taglia in due un unico cuore, lasciando punti interrogativi persi nel nulla: “Come sarebbe stata la loro vita? Si sarebbero amati per sempre? Sarebbe finita perché l’amore non conosce eternità?”.
Non avrebbe mai ricevuto nessuna risposta!!!
L’amore che non si estingue, in ragione della limpidezza di qualcuno che non potrà mai deluderti perché lontano dai sentieri terreni, è una dolcissima piaga senza cura.
Il suo restare ancorato ad un Angelo, perché morire da 20 enni ti regala le ali in un attimo, l’avvertire un senso di colpa abnorme per colei che desiderava come madre dei suoi figli, avevano un peso, pure per me che leggevo, per me che non conoscevo quel tipo di distacco ma che lo comprendevo lo stesso.
Il 29 aprile saranno trascorsi 36 anni (lui ne doveva compiere 19) dalla dipartita di Daniele, il mio compagno di giochi per strada, non un amore ma un affetto familiare forte, quasi nelle nostre vene ci fosse stato lo stesso sangue.
Parlo con lui, non sono mai stata capace di smettere di farlo, e nell’accarezzare una sua foto mi sembra di perdermi in quella stessa nube di profumo in cui si perdeva quel giovane uomo …
Il bene seminato nel nostro cuore sorge ogni giorno … non incontrano mai il tramonto!
Buonanotte.
– Carla –

“Sospiri”

Non potevano indossare abito migliore, “Sospiri”, un vocabolo che racchiude i sogni, le aspettative, i desideri, le attese …
Le parole, quando incontrano la musica, diventano arte … quando incontrano una voce, che le tinge di colore e le fa vibrare con le corde vocali dell’anima, regalano una delle più grandi magie, l’emozione!
Maria Paolucci e Davide Mura sono due giovani della mia zona, il Sulcis, talenti che non hanno ancora trovato tutte le chiavi per aprire le porte della popolarità che meritano.
Le loro splendide voci si rincorrono, si sfiorano e fuse in un abbraccio, impalpabile, raggiungono il cuore di chi ha modo di ascoltarli.
Vi lascio il link di un brano che presentarono ad AreaSansermo nel 2017

Le immagini sono state girare nelle “nostre” zone, quelle di cui scrivo spesso, in particolare ad Iglesias (centro storico), nelle spiagge di Gonnesa, nelle campagne che incorniciano paesini e città e nella passeggiata di Nebida, con alle spalle il faraglione Pan di Zucchero.
“Sospiri Duo” … il profumo della mia Terra!!!

Buona Domenica
– Carla –

Un libro

Gli strascichi della febbre, altissima per tutta la notte, oggi mi hanno tenuta a casa, in compagnia di Amelie e di un libro, riletto per l’ennesima volta …

IL VANGELO di POMPEI
Il messaggio scritto da Gesù nel quadrato magico
Un mistero svelato dopo duemila anni
di
Roberto Pascolini

ROTAS
OPERA
TENET
AREPO
SATOR

Non è proprio “leggerissimo”, va letto con calma e alcuni passaggi richiedono una seconda lettura, almeno per me che, aggredita dal ragionamento, mentre scorro le parole, m’incarto.
Ne vale la candela, questo ve lo garantisco, e non vi rivelo se, arrivati all’ultima pagina, vi restano in mano ipotesi o il mistero appare realmente svelato.

 Non c’è nave che possa come un libro
portarci nelle terre più lontane,
né c’è corsiere pari ad una pagina
di poesia che balza e che s’impenna.
Questo viaggio può farlo il miserabile
senza l’oppressione del pedaggio.
È assai frugale il carro
che trasporta l’anima dell’uomo.

                                                                       Emily Dickinson

Serena notte …
– Carla –

La Febbre del Gioco

No, No!!!
Non sono diventata dipendente dal gioco, ho la febbre … punto!
Cosa c’entra il gioco?
C’entra, c’entra … mi sento “accallellata” (moscia) per aver giocato per strada, insieme a 5 amici, dopo aver cenato da una di loro.
Si chiacchierava, ricordando quando ci si divertiva all’aperto, con in dotazione solo la fantasia, con le mani polverose, con contusioni e abrasioni rimediate a più riprese e forti del senso di amicizia reale, quella magia che io ho la fortuna di vivere anche 49 anni dopo la sua nascita.
La luce di un lampione, un gessetto rubato alla figlia della padrona di casa, e il mio gioco preferito, il “Pincaro”, si è materializzato sull’asfalto.
Pincaro
Non ci giocavo da 40 anni e saltellare, con la testa libera da qualsiasi pensiero, in sana competizione con gli altri, mi ha riportata al tepore della mia via, alle serate estive e agli attesi “Giochi senza Frontiere” da poracci, organizzati da uno dei genitori, per la gioia di tutti noi bambini.
Cimentarsi da “frollati” mi ha fatto ricordare che il tempo passa e farsi una sudata storica sotto un giubbino, in concomitanza con la temperatura che cala in picchiata la notte, è una mazzata tra capo e collo.
(Ho la febbre, ma mi sono portata a casa, incartata per bene, la vittoria. Li ho stracciati … ih … ih … ih …)
Non contenti del primo picco di demenza senile, a qualcuno è venuto in mente di riesumare il “Luna Monta” e di proporre agli altri di fare almeno un tentativo …
Luna Monta
Sono sempre stata impedita nel saltare la cavallina, lascio, quindi, alla vostra immaginazione il visulalizzarmi, dopo una rincorsa grintosa, fare il balzo, sfiorando l’omicizio della mia amica (è bassa come me ) e atterrare sulle schiena di 190 cm d’uomo (accartocciato su se stesso per venirmi in aiuto) come un Koala su un tronco di eucaliptus.
Stanca, sudata come dopo 1 ora di corsa, sono rincasata che ancora ridevo …
Rido meno ora, con reattività zero, la gola che mi brucia e la voce da linea hot!
Nel sentirci oggi, escluso il pennellone che ha una fisicata che Dio lo mantenga ed è il più giovane, sembrava di stilare un bollettino di guerra: mal di schiena, giunture cigolanti e febbre.
Acciaccati si, ma un fragoroso applauso alle creaturine coraggiose che campeggiano nelle nostre anime, no???
La prossima volta mi libero dell’infagottatura  e mi ricopro a fine cretinata, almeno non faccio la sauna e con il freddo non ci rimedio una sdraiata.
Credetemi, per momenti così, condivisi con spirito fanciullesco, un febbrone, ogni tanto, me lo farei volentieri.
Buonanotte …
– Carla –

NB: Le immagini sono state prese dal WEB