Le differenze, molto spesso, avvicinano, completano, apportando al vivere, dividendo uno stesso spazio o i vicoli del cammino verso il futuro, una ricchezza effettiva e improbabile da quantificare ma non quando si tratta snocciolare il concetto di “Ordine & Pulizia”. È il mio pensiero, va sottolineato, eppure, sono convita, sia condivisibile e smantellabile con argomentazioni non gettate, sul piano del confronto umano, a caso! Il fastidio procurato da chi vive, tenacemente, con la pezzuola in una mano e il disinfettante ospedaliero nell’altra, non si discute, essere strofinati e sterilizzati mentre si sta abbandonati sul divano per la fobia dei germi, immotivata e patologica, che attanaglia la mente di chi ci vive accanto è in accettabile: entrambe le parti vivono prigioniere di un incubo! Nella stessa misura è insostenibile la convivenza o la condivisione di luoghi comuni che, per valutazioni discutibili, si ritengono rispettare le norme igieniche basilari e un ordine civile mentre si discostano totalmente. Dove voglio arrivare? Avere un amico peloso in casa è una gioia irrinunciabile e mai mi permetterei di porla sotto esame, tuttavia, ritrovarsi pure l’intimo imbrattato di pelo, gli ambienti impregnati dell’aroma sgradevole di un “amore” trascurato ed impossibilitato a “docciarsi” autonomamente, a rigovernarsi ciotole o lettiera e a scegliersi con chi vivere, è esagerazione di chi è realmente pulito o assenza di rispetto? Amavo Cirillo, lo amo tutt’ora come se non avesse mai abbracciato l’eternità, ma non facevo colazione con muesli arricchiti con petali di cioccolata e noci di pelliccia felina, non respiravo aria pesante, al contrario, regalavo al mio “piccolino” un ambiente tale in cui era lui il primo a profumare. La “toilette” non va mantenuta come una sala operatoria, gli schizzi d’acqua post doccia, il vapore che gronda dopo un bagno rilassante non sono scorie nucleari e rendono la casa ordinatamente vissuta, le incrostazioni gialle nel wc, le decorazioni nere negli angolini, il calcare a stalattiti, quelli sì, sono ripugnanze distanti dal vivere da umano. La cucina non va protetta come zona asettica, è il santuario della fantasia e dell’amarsi attraverso il cibo, fin quando il piano cottura non mantiene salda memoria dei pasti di tutta una mesata e il forno diventa un ospite con cui scambiare opinioni, perché vive di vita propria, mutando destinazione d’uso in discarica differenziata. Una casa o uno spazio lavorativo sporchi, sono il terribile biglietto da visita di un animo in necrosi.
Carla