La verità dei gesti

Diversi giorni fa, per strada, mentre fissavo una bellissima vetrina, brulicante di tenerissimi peluches (possiedo una talpina a cui tengo in maniera esagerata), una carezza di plastica, regalata ad una bambina, è quasi riuscita ad incidere, sul vetro, la frase che si è fatta strada tra i miei pensieri. – Sono le nostre azioni, e non le nostre parole, a parlare di noi – Catherine Rambert – La donna, sorridendo alla madre della piccolina e con un fare da attrice mancata, univa una slavina di parole, teneramente materne, ad un gesto palesemente ipocrita. Lo sguardo interrogativo della bimba, il suo indietreggiare e il non voler nascondere il fastidio per quella farsa, afferrata solo da lei e non dalla mamma, ha dato corpo a quella frase. Le parole possono essere intrecciate con sapienza, guarnite con ornamenti inutili, addolcite sollevando gli angoli della bocca, ventilate con incessanti battiti di ciglia, i gesti no. Un gesto tradisce, solleva il coperchio dell’anima e se dentro ci stagna il putridume, la puzza si sente, si sente eccome!

– Carla –

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Il “Bum Bum” carioca

Non credo d’esser stata la sola ad aver visto uno dei tanti servizi delle “Iene”, andato in onda ieri notte, restandone disgustata e turbata. L’idiozia femminile, ed è mortificante non dica proprio una donna, talvolta, tocca gli abissi marini o le vette, oltre le nuvole. Chiedo a voi uomini – Ma davvero considerate opere d’arte culoni come questi? – 

miss bum bum

Ecco schierate le aspirati “Miss Bum Bum”. Talune realizzano questa scultura discutibile, un insulto alla bellezza della proporzione umana, massacrandosi in palestra, affidandosi alle cure di preparatori, che in Brasile si definiscono Architetti, Si! Architetti della Chiappa!!! E fin qui, i gusti sono gusti e chi se ne frega! Le frettolose e sfaticate si fanno impiantare le protesi, sotto il muscolo del gluteo, ottenendo risultati da applauso, come questo:

bum bum marcio

E qui pesto le ditina sulla tastiera, le pesto con una certa stizza! Puoi mai rischiare la putrefazione per regalarti un sedere abnorme? Passare alla storia per due airbag divisi da un filo interdentale? Perché No, un vero tributo per l’intera umanità. Un tempo era un’offesa dire a qualcuno “Hai la faccia come un culo”, oggi va forse considerato un complimento?              – Carla –

 

 

Allo specchio

Infelice è il cuore di chi

non sa ricucire gli strappi di un’offesa.

Cieco è lo sguardo di chi

non sa vedere al di là della propria ragione.

Sordo è l’orecchio di chi

non sa far tesoro del dono dell’ascolto.

Sterile è la parola di chi

non sa accettare, con umiltà, un limite.

– Carla 2005 –

Donne con la “D”

La realtà, quella che, spessissimo, avverto estranea e nemica, in cui per cavalcare la notorietà si accetta di soggiornare a “Playa Desnuda”, si viene eletti per realizzare il programma di un “gruppo” ed una volta “installati”, senza alcun riguardo per il mandato, si “degusta” qualsiasi poltrona o, più barbaramente, per un momentaneo tornaconto, si pugnala anche una madre, talvolta, svestiti i panni della matrigna, sorride … Pochi ma straordinari, me lo ripeto sempre, tutte le volte che inciampo su insuperabili creazioni divine! Mi è capitato questo pomeriggio, per caso, mentre su youtube cercavo brandelli di storia della mia isola. Ho incontrato Lei, una donna con la “D” (e la vita ne annovera veramente poche). Maquillage inesistente e abiti griffati abbandonati in negozio non le impediscono di sfoggiare una regalità senza pari, di dare a tutti, a tante, un’impareggiabile lezione di vita. Guardate questo video: http://youtu.be/Asg2WsYk2xY                 – Carla –

Canta che … non passa!

La 50 enne Erika Leonard, meglio nota con lo pseudonimo con cui scrive, E.L. James, che negli anni ha eroticamente tormentato uomini e donne di ogni nazionalità, spingendoli a credere di essere larve tra le pieghe delle lenzuola, bisognosi delle sue dritte, ha contaminato anche me. Alle sue 50 sfumature di grigionero e, infine, rosso, seguono le mie, più decise, graffianti e aimè, guardando lontano, durevoli, non commercializzabili ma non per questo non in grado di lasciare il segno. Le mie nuance, al momento, sorpassano la stra-fortunata trilogia e sembrano destinate a crescere:

50 sfumature d’imbarazzo, 50 sfumature d’indignazione, 50 sfumature di disperazione, 50 sfumature di disistima

Ciascuno di Voi scrive, ogni giorno, 50 sfumature, con l’inchiostro che attinge dagli occhi e dal cuore, con un intercalare di sentimenti che non sono poi tanto diversi dai miei.

http://youtu.be/aTnJhGF884Y

C’è da domandarsi che razza di credibilità possiamo avere fuori dal nostro miserabile guscio? Notare il testo … Mi sento presa per le “chiappe”, nemmeno avessi le maniglie!

– Carla –

Federico o Salvatore?

No! No! Non sono scivolata in un imbuto amoroso, trafitta dallo struggimento del non saper tra quali braccia atterrare. La pubblicità “provolonica” dell’acerbo Stefano Accorsi che, in un maccheronico inglese, ci provava con “ Tu gust is megl che uan” non mi rappresenta affatto, MonoSentimentale sonooooo! L’arcano del titolo si svelerà da solo, tra non molte righe. La considerazione alla quale mi abbandono in questo tardo pomeriggio, mentre dalla finestra godo di un cielo che indossa nubi ramate, sfiora, con il massimo dell’ironia, quelle slavine di consigli, affidati alla stampa cartacea o trattati in contesti d’intrattenimento leggero, su un approccio passionale di sicura presa. L’eros non si assimila e non s’insegna è l’espressione di un sentimento, di una passione, un discorso a due spoglio di parole, un dono da non condividere …  se non con chi si ama! I suggerimenti succitati mi hanno fatto venire in mente le ore piccole fatte per seguire il Maurizio Costanzo Show (andavo ancora a scuola), dove non mancavano personaggi spassosissimi. Uno di questi, qualcuno di voi lo ricorderà, mi divertiva parecchio …

 

http://youtu.be/opN2oDnJftA        – Carla –

 

Il destino della “parola”

Muore la parola

appena è pronunciata:

così qualcuno dice.

Io invece dico

che comincia a vivere

proprio il quel momento.

La straordinaria Emily Dickinson non smetterà mai di regalare al mondo il carburante per orientare il pensiero, cedendo stille di sensibilità che qualcuno lascerà morire al suolo. Muore o nasce nell’istante in cui si fa suono? Non so darmi una risposta sola, non riesco ad abbracciare un’idea precisa, priva di sbavature, di “se” e di “ma” … La parola, pronunciata, ha senso solamente se qualcuno la ascolta, senza noia, quando non s’incolla ai finti sorrisi di chi è audioleso nell’io. Le parole, hanno ragione di esistere se hanno un destinatario che le attende, diversamente sono un malinconico soliloquio che può esprimersi, più sensatamente, tra i silenzi dell’anima.     – Carla –

Grafologia & Personalità

 La grafologia, una “lettura”, abbastanza dibattuta, della grafia, capace di argomentare, tenendo conto di determinati particolari calligrafici, le caratteristiche psicologiche dello scrivente. Esiste una relazione, verosimile, tra scrittura e personalità? Scrivere, escluso il caso di una forzata dettatura, dovrebbe essere una forma di comunicazione istintiva, in grado di mettere a nudo l’anima e non confinare il pensiero, di esprimere gioia, dare sfogo all’inquietudine o qualsiasi altro sentimento. Ho utilizzato, volutamente, il “dovrebbe” perché il temperamento umano è talmente imprevedibile da indurmi a sospettare che possa trarre in inganno, anche il più esperto ed attento “lettore”. Attratta da un ragionamento enigmatico mi sono abbandonata ad un tour in rete, imbattendomi in questo sito http://www.analisigrafologica.it , dove ho scelto di percorrere uno dei tanti test.

Hai bisogno di compagnia o sai stare solo?

“Il tuo bisogno di relazioni è in equilibrio con l’esigenza di momenti di solitudine e riflessione. Sei in grado di distinguere le amicizie profonde dalle conoscenze superficiali e ti relazioni in modo chiaro e sincero, sapendo scegliere le persone con cui aprirti più a fondo. Hai amici, ma grazie alla tua sicurezza e al tuo equilibrio la solitudine non ti spaventa affatto e dunque non hai con gli altri un rapporto di dipendenza, ma di sereno equilibrio”.

Non posso affermare di essere davanti ad una scienza indubitabile, però, lo ammetto … ritrovo me stessa in questa esposizione!    – Carla –

scrittura

 

Uomini in ritirata?

Io e una delle mie amiche storiche, una bibita, una fetta di dolce e un fiume di chiacchiere leggere. Schegge del nostro passato, amicizie sbiadite, altre che gli anni hanno fortificato e la mia, puntuale e pruriginosa, domanda – L’amore? – Reazione? Risata fragorosa e una risposta nel suo stile – Non ci sono prede per cui valga la pena di puntare il fucile e, poi, mi hanno ritirato la licenza di caccia! – La sua tesi è che gli esponenti dell’altro sesso, nostri coetanei o, comunque, over 40, non possiedano lo spirito per “esporsi” e finiscano con il ronzarti  intorno mandando flebili segnali o tacendo, in attesa di una trovata geniale, inaspettata. I più giovani, al contrario, sfoderando una sicurezza disarmante, se ne infischiano della differenza di età e si gettano nella mischia, pronti alla conquista. Io non faccio testo, sono uscita dal giro “cerco anima gemella” ma, se attraverso i suoi ragionamenti, un fondo di verità lo trovo. Non è poi così raro vedere coppie in cui lui è molto più giovane, ci avete fatto caso? Sono convinta che l’indifeso “over” stia un pochino sulle sue per ragioni che non hanno nulla a che fare con debolezze caratteriali, quanto per una scelta di vita libera, per l’amaro in bocca lasciato da rapporti interrotti in maniera burrascosa. L’anima non è un’esclusività femminile, un uomo ferito, che credeva in un sentimento naufragato, innalza barriere di protezione, precludendosi un’ennesima messa in gioco o in discussione. Le donne sanno incutere timore, sanno disorientare, sanno come indossare, comodamente, abiti che un uomo, giustamente o ingiustamente, riconosce ancora suoi. La carenza di un profondo equilibrio sgretola i presupposti che sorreggono emozioni destinate a cresce, a non durare una sola sera.

– Carla –

Quando le mani …

… impastano parole e parlano d’amore! Lo scatto di un cellulare non restituisce la dolcezza dei dettagli di questo buonissimo dolce e lo spessore di un sentimento che s’intreccia alle trame della copertina che avvolge uno spicchio di famiglia e sfiora le rose. Mio zio Elia e la sua terza moglie, un uomo che ha vissuto un’esistenza intensa e lunga, varcando la soglia dei 90 anni, l’arte, scoperta in età matura, da sua figlia Rita, nata dal primo matrimonio. Un ultimo dono per celebrare due compleanni, la vita, l’ennesima gioia con cui rendere omaggio ad un padre amatissimo e alla sua compagna, che il cuore sente “mamma”. Rita, non solo una doppia cugina (galeotti furono i suoi genitori, fratelli dei miei …) ma un’amica, una donna incredibile che non volta mai le spalle ad una sfida, che morde il presente e corre, in tutta la sua invidiabile bellezza e vitalità, verso il futuro.

Torta Rita   – Carla –

 

La danza un ricordo muto

Sei diventata questo, la danza di un ricordo nostalgico e senza voce, un graffio che, avvicinato dal pensiero, non cessa di far male. Chissà se possiedi ancora il quadro che realizzai quando sei venuta al mondo, se tra gli oggetti, di un passato non troppo lontano, giacciono i piccoli collant di cotone colorato che diventavano le nostre stravaganti calze della befana, se sono finiti in un secchione i tre cucchiai di legno che, in un freddo pomeriggio invernale, tramutai in burattini … Chissà se mi attribuisci colpe che non mi appartengono e sogni ancora di scriver, a 4 mani, quella fiaba che doveva esser solo nostra!          – Carla –

Che naso!

 

Vi capita mai di vagabondare in rete per il solo piacere di trovare scempiaggini e riderne? Lo confesso, a me si! L’ultima follia sulla quale mi sono imbattuta è la “creatività olfattiva”, se così si può denominare, di un certo Signor Jeff Bennet che, per un’azienda di Chicago, ha creato le “Stinky” (termine che può essere garbatamente tradotto con “Fetente”), ovvero candele dalle “straordinarie” fragranze. Nauseato dalle profumazioni comunemente commercializzate e facilmente reperibili, ha pensato bene di elaborare l’odore del “cuoio”, della “matita”, del “legno” (e fin qui nulla di sconvolgente o rivoluzionario), proseguendo con quello della “erba bagnata” (estroso e divinamente vivo) e terminando con un trittico da ovazione, quello del “denaro”, del “sudore” e del “tubo di scarico”. Esiste qualcosa di più repellente dei soldi, toccati e ritoccati e, occasionalmente, custoditi in luoghi anatomici umidi e oscuri? Si può mai desiderare il salone di casa inondato dalla brezza di un’ascella invecchiata 36 mesi, nemmeno fosse parmigiano? Lo scarico incrostato può essere mai accostato ad un sussurro al Listerine? Il mio nasino gradisce arancio & cardamomo, cannella & chiodi di garofano, incenso & ambra, cedro & ginepro rosso e si stranisce in presenza d’inaccostabili olezzi … non sarò l’unica! Bennet, avviluppato da un estro crescente, in futuro, pensa di spingersi fino alle 200 creazioni! Auguriiiii!!!

“Scorreggia ai fagioli rossi & amarone della Valpolicella”? “Rutto alla nduja calabrese & stoner”? “Calzino post running”? Si accettano scommesse …                                           

– Carla –

 

La strada che avrei voluto percorrere

Si sono conosciuti da “bambini” quando il fratello di Lei ha sposato la sorella di Lui e, quasi inevitabilmente, frequentando la stessa casa, è iniziata un’amicizia. Aveva buon gusto e le idee chiare, a soli 12 anni, … Lui! Si sentiva infastidita … Lei! La tenacia premia, così sussurra la saggezza popolare, e così è stato. Nell’autunno del 1954 il ragazzino dagli occhi color ambra, l’incarnato quasi mulatto e i ricci scuri, compiuti 18 anni, riesce a far capitolare la splendida ragazza dalla pelle di luna, dai lunghi capelli mossi e gli occhi scurissimi, ormai 22 enne. 11 anni di fidanzamento, un percorso singolare per chi si ama e freme per dividere lo stesso spazio, dettato dalla volontà di un lavoro duraturo per entrambi, di un nido che rispecchi ciò che sono e di un futuro ovattato per i figli che verranno. Il matrimonio, una prima figlia, frutto di cure mirate e andate a buon fine, seguita da altri due, una perenne salita stretta ad una felicità che non si è mai sopita. 2015, l’involucro a tratti si ribella, la ragione reagisce ed il cuore, ancora innamorato, ogni giorno, rifiorisce. Mamma & Papà, una vita mano nella mano, un amore che non nega una carezza, una risata, che trova spazio in un pensiero affidato ad un bigliettino, una complicità che affonda le radici in una relazione vera. L’amore visita ogni casa, alle prime luci o all’imbrunire della vita,  ma non sempre lo si riconosce a prima vista o lo si ritiene tale, perché l’inganno sa vestirsi a festa …

13  Vi voglio bene!                                – Carla –

 

Emoxxxxxx?

Nella regione di Kantò, più esattamente nella Prefettura di Tochigi, in Giappone, le persone in cerca di una “profonda” guarigione o di una legittima prevenzione, non propriamente “spirituale”, possono recarsi al Tempio di Kunigiami. Alla “Pietra Sacra”, esposta al pubblico, è attribuita la capacità di proteggere i pellegrini da un disturbo imbarazzante, invalidante e, presumo, doloroso: le Emorroidi! Gli osservanti, che in passato immergevano nel vicino fiume il “posteriore”, si nutrivano di uova e poi esponevano la zona dolente, o da preservare, alla pietra, oggi, ipotizzo per velocizzare il rito, si limitano all’inchino miracoloso, seguito da una o più preghiere. Non sarà vero ma ci credo!!! Amici, STOP ACCESI? Si parte … destinazione Tochigi!

– Carla –

tempio emorroidi

 

 

 

# DREAMY is the new SELFIE

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Un “grazie” alla dolcissima padrona di casa di un blog alla quale sono legata da “sempre”, TUTTOLANDIA (  http://www.tuttolandia1.wordpress.com ) per una strana nomination che accetto e restituisco a modo mio. Le regole sono due, semplicissime:

1- Nominare 10 blog.

2- Pubblicare un Selfie che vi ritragga c/o una cosa, un animale, una persona a voi cara.       

Nomination:

http://belindaraffaeli.wordpress.com

http://vittoriot75ge.wordpress.com

http://tiferett.wordpress.com

http://silvia23459.wordpress.com

http://kalosf.wordpress.com

http://laurarosa3892.wordpress.com

http://calogerobonura.wordpress.com

http://afinebinario.wordpress.com

http://viaggiandoconbea.wordpress.com

http://klaudyna1985.wordpress.com

Il Selfie, autoscatto, non è “freschissimo” ma del 31 dicembre del 2009.

 

io triste 

Mi ritrae col mare alle spalle, il mio amato mare, il custode di tutti i miei stati d’animo, l’amico fidato al quale consegnare sogni e speranze. Decisi di “bloccare” quell’attimo di solitudine, il peso di un’amarezza che zampillava dal mio sguardo e che avvertivo senza fine, per serbarne memoria, per fissare il rumore dei miei passi, i respiri affannosi e trovare la forza per non permettere più ad alcuno di polverizzarmi il cuore. Oggi, ogni volta che sento di non farcela, riguardo questa immagine e con i pensieri intrisi di tenerezza (sembro una bambina che s’è persa) mi ricordo quanta strada ho fatto e quanta serenità sgorga, adesso, dai miei occhi. “Per ciascuno di noi, rammentatelo sempre, esiste un sentiero inviolato, di sola gioia, sul quale imprimere nuovi passi”.   – Carla –

La “Fucina degli Orrori” non chiude mai i battenti!

Cronaca: Verona, pulcini, destinati all’allevamento per la produzione di uova, tritati e bolliti vivi!

Gracilini, imperfetti, “difettosi”, conseguentemente ANTIECONOMICI, sono stati trattati alla stregua dei rifiuti, di scarti organici da cui ricavare il compost. Nel più totale rispetto dei gusti gastronomici di chiunque, di scelte che non vedono in ogni essere vivente una creatura alla quale garantire la vita, non transigo non solo sull’allevamento intensivo (la non vita, una prigionia e messa all’ingrasso forzato, per riempire le tasche alla svelta. I nostri nonni tiravano il collo ai polli, è vero, ma concedevano loro di vivere liberi fino alla fine!) ma m’imbestialisco davanti alla soppressione criminale di creaturine che avevano una sola colpa, essere nate inutili. Vorrei proprio vedere la perfezione anatomica dei “carnefici” dei pulcini. Non hai la tartaruga o i pettorali, a guardarti scateni una colica renale? Prego, avviati al tritacarne! Non hai il volto di Belen, ti ritrovi le tette che nascondono l’ombelico e un lato B che ricorda una piadina romagnola? Bene, un bel tuffo nel pentolone d’acqua in ebollizione! Chi commette reati contri la “Vita” andrebbe sempre messo in vetrina, avere un volto ed un nome da non dimenticare.  

– Carla –

L’Animo se ne frega della “Carta d’Identità”

Non sono una grande fruitrice di programmi d’intrattenimento di un certo tipo, di quelli che in maniera dirompente scandagliano l’animo di chi accetta di farne parte, sparando sulla vetrina del mondo fragilità, desideri e intimità che, dal mio non lontano mezzo secolo, reputo meritevoli di pudicizia. Pur prediligendo la cronaca, (ciò che io chiamo “servizio a favore di chi, diversamente, non avrebbe né voce né mezzi”), probabilmente per una fame spasmodica di giustizia, programmi come “Chi lo ha visto? & Quarto grado”, provo simpatia e un dolce senso di gratitudine per “Uomini e Donne” over, parecchio over… L’avanzare degli anni, che non per tutti è clemente, toglie il gusto della sfida, impedisce di protrarre passioni sportive inadatte per fragilità ossee o sensi ridotti, emargina, tingendo di solitudine pensieri e cuori che traboccano di vitalità, che gridano alla vita “Ci sono … Esisto!”. Qualcuno si innamora, riuscendo a trovare la compagnia più dolce con cui condividere il cammino verso il tramonto, altri (come l’indimenticabile Rosetta) riscoprono una felicità inattesa, donata dalla notorietà e dall’essere non più considerati mobilia da relegare in soffitta. Ben vengano le occasioni di gioia per tutti quei “nonnini”, non troppo in forma, ingiustamente costretti a vegetare tra le mura di casa, che sono la nostra memoria e un pozzo inesauribile da cui attingere saggezza.

– Carla –