L’Argia, conosciuta anche come Malmignatta, è la Vedova Nera del mediterraneo.
Una narrazione tradizionale riporta che il Signore, per liberare la mia isola da Scorpioni e Vipere, capaci di infliggere la morte col loro veleno letale, decise di scatenare un’apocalisse, scordandosi, però, della presenza di un piccolo ragnetto, pericoloso in egual misura, l’Argia.
La femmina, ancor più potente del maschio, mimetizzata tra le sterpaglie, era temutissima dai contadini che, in seguito al suo morso, pativano febbre altissima, sudorazione incontrollata, dolori lancinanti all’addome e, non di rado, convulsioni, depressione e allucinazioni.
Le condizioni, del malcapitato, potevano diventare talmente gravi da far pensare che l’argiato, in realtà, fosse posseduto da entità malefiche.
Per liberarlo, il morso veniva disinfettato con l’urina (e qui permettetemi un pensiero … meglio “posseduta”, che schifo colossale!) e, solo in seguito, attraverso un interrogatorio, effettuato da un familiare o da una persona cara, venivano stabilite le caratteristiche del ragnetto e il demone a lui affiliato.
All’Argia maculata era associata una sposa, a quella bianca una nubile, alla nera una vedova e, in tal modo, abbinato il rito collettivo di guarigione.
Per raggirare l’Argia, si agiva con astuzia, facendo indossare al sofferente abiti femminili, imitando le sue movenze nell’eseguire danze, accompagnate da sonorità realizzate con strumenti sardi, che duravano 3 giorni consecutivi.
Smascherata, si procedeva con il chiudere il soggetto posseduto all’interno di un sacco, lasciandogli libera la testa, sistemarlo in una buca scavata nel letame, ricoprirlo fino al colo e, in relazione al demone, far danzare 7 spose, 7 vergini o 7 vedove, che avevano lo sgradevole compito di umiliato emotivamente e fisicamente.
L’alternativa era di collocarlo nelle vicinanze di una fonte di calore, sopra una croce di legno di vite e se le donne a disposizione non potevano essere 7, dovevano essere 3, avere lo stesso nome e rappresentare ciascuna una fase della vita.
Il soggetto guarito aveva la fortuna di non ricordare nulla!
L’Argia più comune ha 13 macchie rosse su fondo scuro, trova il suo habitat in campagne, in zone aride pietrose.
Dalle mie parti, proprio per la tossicità di questo minuscolo ragnetto, è facile senti dire, quando qualcuno ha comportamenti incomprensibili, “Sesi argiau?”
Un abbraccio …
– Carla –