“Cadeau” sgradito!

Lo chiamo “cadeau”, stringendo l’ironia tra i denti, perché, credo sarete del mio stesso avviso, non c’è proprio nulla attorno al quale ricamare qualcosa di divertente. Capoterra è una piccola e tranquillissima cittadina di 23-24 mila anime, nella provincia di Cagliari, una realtà in cui, quantomeno di vista, ci si conosce tutti ed è più semplice allacciare legami umani stretti, ritrovarsi a condividere gli stessi spazi ed emozioni, come in una famiglia allargata. La popolazione, di recente, si è vista recapitare un “presente” che l’ha sorpresa e, inevitabilmente, scossa non poco, un nuovo “ospite” c/o la struttura psichiatrica del territorio: Luigi Chiatti! Avete realizzato di chi e cosa sto “ragionando”? Penso di sì, in ogni caso, mi soffermo una manciata di minuti su un macabro dipinto che lo investe nel ruolo di unico autore. Luigi ha appena 24 anni, gli albori del viaggio di un uomo, quando strappa alla vita il piccolo Simone Allegretti, di soli 4 anni, e nemmeno un anno più tardi sottrae il futuro al 13 enne Lorenzo Paolucci, meritando l’attribuzione di “Mostro di Foligno”. Poco più di un ventennio di detenzione in un penitenziario possono mai ripagare due piccole vite spezzate e cauterizzare le ferite inflitte ai genitori, ai parenti tutti, agli amici e all’umanità che rispetta il dono del “vivere”? L’indignazione e la paura dei “Capoterresi” è paranoia o mira a salvaguardare la serenità che reclama l’infanzia? Gli stessi ospiti della struttura come posso sentirsi a vivere sotto lo stesso tetto con un uomo che ha ucciso due creature? Ha saldato il debito con la giustizia, ne prendo atto, ma questo non cancella l’assenza di amore e pietà per due poveri bimbi che prima di morire avranno, sicuramente, implorato di essere risparmiati e strillato “mamma”. L’indulgenza di Dio, in questo caso, non la conosco e mi schiero con un Paese che non è disposto a tollerare una presenza scomoda!

– Carla –

15 pensieri su ““Cadeau” sgradito!

  1. Decisamente un “ospite” che risulterebbe poco gradito ovunque. Eh no, non si possono dimenticare due giovanissime vite stroncate così brutalmente da questo tizio. Ha pagato il suo debito?? Mah, sinceramente direi di no, nulla può ripagare la vita di una persona, nulla!!
    Patrizia

  2. straziante il ricordo…sconvolta quando ho sentito in tv che aveva finito la sua pena, sarà cambiato in questo ventennio? … non saprei… ma ho il timore che chi nasca tondo non muoia quadrato, un abbraccio amaro in questo caso, cara carla

  3. Partiamo dal fatto che venti anni per due vite spezzate sono poche ma la giustizia vuole così. Il problema sta nella personalità di Chiatti definita “socialmente pericoloso perché potrebbe reiterare il reato” ovvero potrebbe uccidere di nuovo. A questo punto il dilemma. In carcere non può starci, ha scontato la pena, i cosidetti manicomi criminali, ovvero quei carceri mascherati da strutture psichiatriche, sono stati smantellati. Le strutture psichiatriche normali appaiono inadeguate. Dunque dove lo metto? Bel rebus senza risposta.
    Capisco le vostre preoccupazioni, che sarebbero le stesse di qualsiasi altro paese, che ospita analoghe strutture. Dunque che si fa? Personalmente non ho risposte. Posso solo condividere le vostre preoccupazioni, tenendo conto della relativa giovane età di Chiatti.

  4. Certamente che non è facile accettare una persona così!
    Doveva restare dentro, quale pena scontata! Un crimine così va condannato per la vita, invece la giustizia fa uscire tutti…la vita è considerata meno di zero.

  5. In carcere a vita doveva restare, 22 anni non sono niente per due vite spezzate, capisco l’ansia che si e’ creata! Un abbraccio cara, ❤

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