Chi porta a casa una vittoria e la brandisce, quasi a schernire ed umiliare lo sconfitto, non sempre si identifica con la figura del più forte, quanto del favorito dalla sorte e più scaltro. La conquista di una meta, spesso, disconosce la meritocrazia, legandosi a scorrettezze immonde. Nessun senso di colpa, nessun ripensamento ma solo la gelida esaltazione per aver avuto la meglio. Il compiere gesti ordinari, ornandoli di meraviglia, il nutrirsi dell’energia e della luce di chi realizza, lontano dal clamore, lo “straordinario”, non può che definirsi iniqua “sottrazione”. Il male fermenta ed implode nel cuore che lo genera, il bene si rigenera e cura le ferite di chi ha perso una battaglia ma non la guerra.
– Carla –
L’ha ribloggato su Pensieri, riflessioni ed emozioni...
E’ vero Carla, ti mando un bacione grande, buon weekend, ❤
Sereno fine settimana 😘😘😘
❤
dalle sconfitte, dalle emozioni provate si impara a vincere, a mio avviso. kiss carla buon fine settimana
❤
Tutto serve, anche se sul momento non sembra proprio, buon fine settimana Carla! 🙂
Non sempre chi vince è “vincitore”.
Chi ha in se il dono dell’umiltà è il vero vincitore.
Baci.
Conclusione che condivido appieno. Brava Carla. Un abbraccio. Isabella
Non posso che condividere ed apprezzare questo post.
Chi perde una battaglia non perde una guerra … com’è vero! 😉
Un abbraccio cara Carla
Affy
Grazie di cuore, Affy, …. 💋
ci rispecchiamo perfettamente in ciò che hai scritto 🙂
Grazieeeee …. 😊