Ho trovato un Uccello

Un incontro fortuito, in una circostanza non delle più idilliache, è indubbio, eppure, per la sua atipicità, memorabile! Avrei voluto indossare abiti confacenti alla circostanza e affrontare un “vis-à-vis” liberando nell’aria profumo di pulito, invece, con mio grande imbarazzo, odoravo di autobus affollato …  ammetto di averlo anche tenuto in mano, una mano dal palmo sudato in maniera sconveniente, viscoso come la scia lasciata da una grossa lumaca.  Lo so, state pensando che non è da me, che vi ho deluso, che per l’ennesima volta vi siete fatti buggerare dalle pagine di un blog scritto a tavolino e lontano da ogni scintilla di sentimento, d’amore. Ebbene si, io sono questa, una donna avida d’affetto, incapace di voltare le spalle e di fuggire davanti a situazioni come quella che mi ha travolta venerdì, in un tardo pomeriggio afoso, iniziato in solitudine. Cosa avrei dovuto fare? Ignorarlo? Le occasioni vanno colte, repentinamente, evitando di torturarsi l’anima con i “se” e con i “ma”, sull’onda dello stupore e dell’emozione. Puntate pure il dito, giudicatemi, emettendo la più dura delle condanne morali, non importa, l’ho fatto e sarei pronta a rifarlo, infischiandomene di tutto e tutti. In realtà, non nascondetevi, siete tutti come me, peggio di me, e mai avreste resistito a quello sguardo “curioso”, ad un’eccitazione pronta a spiccare il volo. Siamo stati insieme una sola notte … magica, indimenticabile! Oggi, è probabile abbia spiegato le ali e preso, veramente, il volo verso un nuovo focolare … per qualcuno la fissa dimora, si sa, ha gli spazi angusti di una gelida gabbia. Continuerete a leggermi? Chissà! In fondo cosa ho fatto di male nell’arrestare la mia corsa (abbatti ciccia) per fermarmi e prendere in mano un minuscolo volatile, caduto, da chissà dove, sul selciato ed incapace di volare? L’ho nutrito ed ospitato per la notte e, sabato mattina, consegnato a chi, dopo le cure del caso, gli farà assaporare una libertà lontana dai pericoli. Vicini per poco, amici per la vita …

Immagine

Le ho dato un nome, quando l’ho salutata … Agata.                   Cosa pensavate?

Carla

Pubblicità

68 pensieri su “Ho trovato un Uccello

    • Lo scorso anno, sul terrazzo, veniva una passerotta comica da morire, le lasciavo i maccheroni, che adorava, e veniva a prenderli interi … Lei si chiamava Giulia …. 🙂

  1. ”Agata tu mi capisci …”diceva una canzone…Uccellino delizioso cara Carla, come non raccoglierlo sul palmo di una mano? Un abbraccio. Isabella

  2. Carla se fossi qui ti abbraccerei altro che rimprovero ma siccome non ci sei ti abbraccio virtualmente…PS gran bel racconto, ineccepibile.
    TIM: la tua mail in mobilità con il BlackBerry®

  3. due estati fa ne ho trovati tre di cui due ancora implumi. non facevo altro che dargli vermi e pulire la casa per i loro numerosi ‘ricordini’ (li mettevo in gabbia solo di notte), oltre alla meraviglia di poterli tenere in mano ed accarezzarli. poi hanno iniziato a svolazzare per casa ed io a pulire ancor di più. fino a che sono andata qualche giorno nella mia casa in campagna dove sono rimasti nei dintorni per un po’, poi hanno spiccato il volo. non li dimentico. anche Agata è stata fortunata 🙂

  4. Non avrei mai pensato male leggendoti, sei troppo limpida e si capiva che parlavi di un uccellino che ha avuto bisogno del tuo aiuto. Hai fatto benissimo, bravissima!!
    Buona serata, Patrizia

  5. Ma sei fantastica, dolcissima Carla, che bella Agata, guarda che se tu sei fusa io sono peggio, avevo tre paperotti in casa, piccoli, talmente belli, mia figlia di tre anni che li voleva prendere, si erano intrufolati nella griglia divisoria dei miei vicini, li ho tenuti per una notte, non ti dico che caos, poi li ho portati al propietario, la mamma li cercava, 🙂 con meno fantasia li abbiamo chiamati Qui Quo Qua 😀

    • Erano tre, come potevi chiamarli? Io ho la pessima abitudine di dare nomi umani … e di chiamare in modo assurdo i miei simili. Mia sorella è Topo …. e mi fermo qui per non fare brutta figura … 😦 Bacissimi splendida regina dei dolcetti.

  6. Anche a me è successa una cosa simile, con una rondine…
    Molto bello il tuo racconto..
    Ciao
    Simo

    • Vabbè che le frollatine come me non dovrebbero buttar via niente, pensando alla possibile futura carestia, ma correre con qualcosa di lontano sa un vero volatile piumato in mano, credo non lo faccia nessuna donna, anche quella che si accontenta di uno che ha una minima attività respiratoria e non é gelido pre-morte. Eh..eh..eh.eh 🙂

  7. Quando è capitato a me non ho dato tanto risalto….
    Un rondinino entrato per caso in una stanza ed incapace di uscirne.
    Il contatto è stato molto più breve, lo ammetto, ma sinceramente la tenerezza la ricordo ancora.
    Un abbraccio
    Giancarlo

    • Sono emozioni vere e restano tatuate … Non ridere, quando abitavo fuori GRA, nella capitale, avevo un pipistrello sul terrazzo, lo avevo chiamato Hugo (chissà poi se era maschio). Dopo un anno divennero due, al secondo toccó il nome Matilde. 🙂 un abbraccio

  8. Anche a me è successo una volta, ma si trattava di una rondine con un’ala ferita che saltellava per la strada… per paura di ferirla ulteriormente la lasciai per terra, e chiamai la LAV, il servizio più vicino al posto dove si trovava l’animale. Arrivarono e la presero per curarla. Spero ancora di rivederla, anche se so che è impossibile… 🙂

  9. Avendo vissuto la mia infanzia in campagna, puoi immaginare quanti animaletti mi capitavano anche in casa; dal serpente che strisciava dietro le poltrone…alla lucciola che ha illuminato una notte intera la mia camera da letto.
    La tua Agata sarà in alto a volare per te e con te…
    Sei speciale…
    Un abbraccio

  10. Sei meravigliosa con questa tenera grande nobiltà d’animo, è stato bello stasera venire fra le tue pagine…semplicemente sei grande
    Ti auguro tanta felicità
    Carmelo

    • Ricambio le bellissime parole, come avrai notato ho piantato le tende nel tuo blog, un angolo di pace dove assaporare pietanze condite con raffinato talento. Un abbraccio. Carla

I commenti sono chiusi.